Di fronte alla cupezza dei mercati, il sostegno di Berlino ha preceduto ogni domanda. ‘La cancelliera continua ad appoggiare Nicolas Sarkozy’, ha detto oggi il suo portavoce in conferenza stampa nella capitale. Una dichiarazione spontanea, che ha fatto capire ancora una volta fino a che punto Angela Merkel si stia spendendo in prima persona nella campagna elettorale francese. Sbilanciandosi, a questo punto, proprio parecchio.
E del resto basta guardare la stampa europea sul ‘primo schiaffo’ al presidente per avere la conferma che una eventuale fine del binomio ‘Merkozy’, su cui si e’ costruito l’equilibrio europeo degli ultimi sette mesi, viene interpretata ovunque come una sconfitta del rigorismo tedesco. E un nuovo orientamento in Europa nell’affrontare la crisi, in un momento cruciale. Tutto questo non necessariamente, pero’, dispiace in Europa.
Hollande e’ apparso finora completamente isolato su scala internazionale e questo sarebbe il tallone d’Achille della sua candidatura. Con l’eccezione del premier socialista belga Elio Di Rupo, nessuno ha voluto riceverlo in campagna elettorale nei mesi scorsi. Dimostrando che, forse, quel ‘patto segreto’ fra le principali cancellerie europee per boicottarlo – rivelato da Spiegel e smentito da tutte le capitali – non era solo una ‘bufala’ mediatica. Prime ambiguita’ compaiono pero’ sullo sfondo: Le Monde scrive che Berlino starebbe preparandosi a primi contatti informali con il socialista, in caso di vittoria. Una circostanza su cui il governo tedesco rifiuta ogni commento, anche ‘off the record’ anche se la stessa Merkel ha assicurato che ‘la buona collaborazione fra Parigi e Berlino sara’ confermata con qualsiasi presidente’.
Intanto, a Bruxelles fonti diplomatiche hanno spiegato che la temutissima (da Berlino) revisione del fiscal compact ‘minacciata’ da Hollande, non ne rivoluzionerebbe drasticamente l’impianto. Hollande vuole, come noto, aprire il patto al tema della crescita, ma avrebbe usato toni roboanti per esigenze di campagna elettorale. Una volta all’Eliseo, insomma, ‘l’uomo normale’ si vestirebbe di buonsenso.
In questo scenario di sottili aggiustamenti, non si puo’ perdere di vista che la ‘crescita’, su cui il socialista insiste in chiave anti-Merkozy, e’ stato piu’ volte un nodo decisivo negli attriti europei. Hollande su questo alla fine non sembra del tutto isolato. E’ questo un capitolo su cui si e’ battuto per primo proprio il premier italiano Mario Monti. E qualche giorno fa, in Italia, dove gli spread tornano pericolosamente a crescere, e’ stato un moderato come Pierferdinando Casini a risollevare il problema di un nuovo confronto con Berlino, per smussare gli spigoli dei rigoristi. Si ricordera’ poi che al conservatore spagnolo Mariano Rajoy, che in questo momento soffre di fronte a una economia strozzata dall’ampliamento degli spread e da tagli severissimi, non sono piaciuti gli appunti di Sarkozy sulle misure adottate.
La stampa tedesca intanto non ha dubbi: ‘Berlino non e’ pronta a Merklhollande’, scrive in serata la Dpa. Chi oggi invece gongola e’ il leader socialista Sigmar Gabriel: ‘Il binomio Merkozy non e’ senza alternative’, ha detto commentando il primo turno delle elezioni francesi. E ha poi messo in guardia la cancelliera, che ha definito ‘preoccupanti’ i risultati dell’estrema destra. Attenzione a sostenere chi come Sarkozy proprio su quei voti conta, adesso, per recuperare.
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