Francois Hollande strega la politica italiana e stravince le elezioni di domenica: pochi confermano Nicolas Sarkozy e confessano che lo sceglierebbero solo ‘turandosi’ il naso. Se si votasse a Montecitorio e dintorni il candidato socialista avrebbe vinto gia’ al primo turno, grazie a consensi bipartisan impensabili fino a poche mesi fa.
Anche a palazzo Chigi si osserva con attenzione la corsa all’Eliseo: Mario Monti naturalmente non si esprime ma le rassicurazioni avute dallo staff di Hollande sul pieno rispetto del Fiscal Compact disegnano scenari nuovi in Europa che si specchiano in quelli che Governo e Quirinale auspicano da mesi.
La possibilità di vedere Hollande alla guida della delegazione francese al Vertice europeo di Giugno preoccupa forse solo Angela Merkel. E le quattro misure per la crescita in Europa che propone Hollande non possono che essere miele per le orecchie dell’esecutivo. Anche le antenne del Colle sono ben alzate per registrare quella fiamma di novita’ che potrebbe aprire una nuova fase europea, ferma nel rigore ma aperta a piccole concessioni di bilancio.
Hollande superstar, quindi. Al punto che lo sceglierebbero anche diversi personaggi del centro-destra. Tra questi Renato Schifani che spiega come ‘all’ Italia nei tempi medi converrebbe un rapporto Hollande-Merkel, per consentire una rivisitazione delle politiche di bilancio che oggi sono estremamente rigide e un po’ soffocate dalle politiche tedesche’.
Ancora piu sorprendente e’ stata l’uscita di Giulio Tremonti che ha detto a chiare lettere di tifare Hollande: ‘su tutta la politica economica, che dovrebbe cambiare in meglio l’Europa, sono d’accordo con Hollande’.
Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera, non si schiera apertamente ma sottolinea come ‘forse in Hollande ci sia un eccesso di torsione a sinistra’. Conviene pero’ sul fatto che ‘la copertura che Sarkozy ha dato alla Merkel sulla politica economica europea non ha funzionato’.
Il candidato socialista non dispiace neanche a Pier Ferdinando Casini: ‘Scosse in vista per l’ Europa’, preannuncia sottolineando che la sua vittoria ‘non sarebbe un male perche’ a Bruxelles si pensera’ alla crescita’.
Non vogliono invece un socialista all’Eliseo molti degli ex An. Ignazio La Russa e’ caustico: ‘siamo al ballottaggio e bisogna scegliere. Un bell’aperitivo forte, naso tappato e voto a Sarkozy’. Sulla stessa linea Maurizio Gasparri: ‘mi turerei il naso e voterei Sarkozy. Non ce la faccio a votare Hollande perche’ la sinistra e’ sempre un danno per il mondo e se ne accorgeranno presto…’. Roberto Maroni forse si asterrebbe, ma sicuramente non voterebbe il candidato socialista: ‘voterei Sarkozy ma apprezzo Hollande ma poiche’ Sarko’ ha votato il Fiscal Compact…mi asterrei’.
In brodo di giuggiole la sinistra che guarda agli ultimi sondaggi sperando che il vento cambi presto e non solo in Francia. Per esempio in Olanda, uno dei pochi Paesi europei che ha ancora la ‘tripla A’, dove il premier conservatore Mark Rutte e’ caduto proprio sulle misure di austerity derivate dal Fiscal Compact.
Cosi’ Pier Luigi Bersani per il Pd: ‘Il primo passo importante per il cambiamento in Francia e in Europa. Con una vittoria di Hollande si possono aprire patti nuovi per un’alternativa nella risposta alla crisi, dopo le ricette disastrose della destra’. Lapidaria la dichiarazione del leader di Sel, Nichi Vendola: ‘Se fossi in Francia sarei un militante forsennato di Hollande’. Piu’ fredda quella del leader dell’Idv Antonio Di Pietro: ‘Se fossi in Francia voterei Hollande: cosí si passerebbe da un’Europa delle banche a un’Europa dei cittadini. Se Hollande approderà all’Eliseo sarà piú facile costruire un’alternativa di centrosinistra fra IdV, Pd e Sel’.
Ma e’ l’ex sottosegretario Guido Crosetto a spiegare meglio di tutti quanto sta succedendo nel Pdl: ‘Ho sempre pensato di essere un liberale e mi trovo a sperare nella vittoria di Hollande per non morire tedesco-montiano. C’e’ uno psicologo?’.
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