Da quanti anni, dopo ogni sconfitta elettorale, torno a ripetere che il centro-destra continuerà a perdere se non tornerà ad avere una guida credibile e una seria strategia e volontà di ricompattarsi? Solo Matteo Salvini può legittimamente parlare di successo perché ha fatto invertire la tendenza alla Lega Nord e si è presentato con intelligenza ad un elettorato che non è solo “euroscettico”, ma soprattutto tocca con mano ogni giorno le assurdità di un sistema che non funziona più.
Matteo Salvini è stato chiaro, concreto e credibile e mi auguro in un futuro della Lega più “nazionale”, ma soprattutto concreto nel dare speranze e certezze a quei ceti sociali e produttivi abbandonati dai loro partiti “storici” che sembrano aver perso per strada le loro connotazioni naturali.
Peccato per Fratelli d’Italia-AN che – pur quasi raddoppiando in un solo anno i voti del 2013 – non sono (anzi, non siamo) riusciti a raccogliere, sia pur per poco, quel 4% che avrebbe potuto renderci un polo di riaggregazione a destra dove la diaspora è generale.
Confermato dal voto che Forza Italia o avrà la forza di andare oltre Berlusconi (e ripulirsi all’interno) o è condannata al declino. Ci sono diversi giovani in gamba per progettare il futuro (per esempio il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo) ma è soprattutto Berlusconi che deve avere il coraggio e l’umiltà di farsi da parte.
Certo che un suo ritiro (magari indorato con una presidenza onoraria di prestigio) causerà terremoti, litigi, spaccature, credo anche che alla fine solo con primarie serie emergerà un legittimo e legittimato suo successore in Forza Italia e in tutta la possibile coalizione che potrà tornare ad aggregare – magari sotto forma di una “federazione” – tutte le anime e i diversi partiti di centro destra.
Oltre che decidersi a fare una bella pulizia di tutti quei brutti personaggi che con i loro affari sporchi hanno rovinato un progetto politico che qualche anno fa era stato condiviso dalla maggioranza degli italiani, questa è l’unica ricetta non solo per tornare a vincere, ma soprattutto per creare nuovi leader e costruire una nuova classe dirigente per il nostro paese che altrimenti sarà Renzi-dipendente per anni e anni.
Qualcuno ricorderà che questo è esattamente quanto sostenevo già nel 2012 quando mi sospesi dal PdL proprio per questo sciocco rifiuto di Berlusconi a far svolgere le “primarie”, vittima del suo “ego” smisurato che gli fa perdere il senso della realtà, forse perché circondato da una corte di nani e ballerine che gliela nascondono.
Quante volte si deve perdere le elezioni per capirlo? Perché non c’è che da voler continuare a picchiare la testa contro il muro – anche se si ha la testa dura – per avere la certezza di farsi del male. I risultati elettorali confermano che ci avevo visto giusto (ma d’altronde ci vuole poco a capirlo) e che quindi per tornare a vincere bisogna avere il coraggio di cambiare strategia andando finalmente oltre Berlusconi, le vicende personali sue e quelle di alcuni suoi imbarazzanti collaboratori.
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