Continua il dibattito tutto interno al centrodestra che ruota intorno alla figura di Stefano Parisi, incaricato da Silvio Berlusconi in persona di rinnovare Forza Italia e studiare un centrodestra possibile. I big azzurri sono divisi. Da una parte c’è chi è sulla linea di Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, contrario a un Parisi calato dall’alto. Poi ci sono persone come Maurizio Sacconi o Francesco Giro che invece vogliono sostenere l’ex ad di Fastweb nel suo percorso di ricostruzione.
“Il Presidente Berlusconi, con la missione chiesta a Parisi, chiede un atto di fiducia che merita di essere accolto”, dichiara il Presidente della Commissione lavoro del Senato Maurizio Sacconi. Con lui il senatore azzurro Francesco Giro: "Berlusconi ha fatto la scelta giusta e Stefano Parisi ce la farà". Anche Gianfranco Miccichè plaude all’investitura di Stefano Parisi scelto da Silvio Berlusconi per rigenerare Forza Italia: “A me Parisi non dispiace, perché è uno bravo di suo, a prescindere dalla politica…”.
L’ex dirigente di Publitalia ’80 e ministro dello Sviluppo economico, ma soprattutto big del partito azzurro in Sicilia, spiega: “Parisi può sistemare Fi, ma per rimettere in piedi il centrodestra ci vuole sempre Berlusconi. Vediamo cosa farà alla convention del 16-17 settembre a Milano, che sarà uno snodo importante”.
Dalla parte del no a Parisi, c’è invece Altero Matteoli, uno degli esponenti di spicco della ‘vecchia guardia azzurra’, che boccia senza riserve l’ex candidato sindaco a Milano: “Parisi? Non ho mai capito che compito abbia… A me pare che fino ad ora tutte le dichiarazioni fatte da lui non abbiano consentito di ricompattare il centrodestra e di trovare una linea comune dentro Forza Italia”. Per l’ex ministro “Parisi ha determinato uno scollamento maggiore con gli alleati di Fi, come la Lega e Fdi". E tra le "proposte che ha lanciato, per ora, ne vedo poche fattibili". Anzi, “ce n’è una irrealizzabile”, come quella del’Assemblea costituente, visto che “Parisi chiede di fare una legge costituzionale in 4 mesi…. Mi chiedo – dice – come si faccia a cambiare 36 articoli della Costituzione in 4 mesi: un periodo che non è neanche sufficiente a far uscire il provvedimento da una delle Commissioni di un ramo del Parlamento”.
Con Brunetta, secondo il quale “il centrodestra non ha bisogno di un Papa straniero”, anche Paolo Romani, presidente dei senatori azzurri, che oltre a sottolineare che chi vota sì al referendum è fuori dal centrodestra, su Parisi commenta: “Dico solo che il tempo dell’uomo solo al comando è finito. Ciò detto discutiamo sul metodo migliore: congresso, conferenze programmatiche, primarie di partito o di coalizione”.
A questo dibattito guarda con interesse il leader di Ncd, Angelino Alfano. Che invita gli azzurri a scegliere se inseguire la Lega o cercare di costruire un vero centrodestra moderato. “Berlusconi e Forza Italia devono scegliere se guidare un processo di rinnovamento di un centrodestra fondato su un programma innovatore e riformatore, oppure stare con Salvini, che renderà sempre più estremista un polo che diventando estremista non vincerà mai e farà vincere il Partito democratico. Quindi – conclude il ministro dell’Interno – la prima scelta spetta a Forza Italia nell’individuazione degli alleati e dei programmi".
Tra un centrodestra che prova a riorganizzarsi e la campagna referendaria che da settembre inizierà alla grande, sarà davvero un autunno caldissimo. In tutto questo Silvio Berlusconi va avanti con il suo progetto. Continua a pensare che Parisi sia l’uomo giusto per sistemare le cose. Su questo il Cavaliere è deciso a non mollare.
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