Da Forza Italia ai “Moderati per Renzi” il passo è breve. Con le ultime defezioni, il partito di Silvio Berlusconi appare ridotto ai minimi termini. Una Forza Italia allo sbando, come lo è stato il PdL, quando il clima da “si salvi chi può” era ormai all’ordine del giorno. Dicono che il Cavaliere sia poco interessato alla politica, dicono sia più attento al destino delle sue imprese, soprattutto in quest’ultimo periodo; e dicono anche, quelli che sanno sempre tutto, che Berlusconi ormai abbia lasciato il partito completamente in mano alla senatrice Maria Rosaria Rossi e a Francesca Pascale. Sono loro, che qualcuno ha definito in maniera assai ardita “le badanti” del presidente, a prendere ogni tipo di decisione, dalla più banale alla più importante.
E poi c’è anche il fatto che i tanti obiettivi mancati da Berlusconi, durante la sua lunga attività politica, pesano oggi più delle promesse per il futuro. Giuliano Urbani, classe 1937, ex ministro e fondatore di Fi, uno che Forza Italia l’aveva "pensata" per poi consegnarla direttamente nelle mani di Silvio, oggi spiega: “Purtroppo quando in democrazia si promettono tante cose agli elettori e poi mano mano non si mantengono, altrettanto progressivamente si perdono voti e consenso”. Già. E i tuoi parlamentari scappano. Prima con Alfano. Poi con Fitto. E poi con Verdini. Così il partito si indebolisce e perde attrattiva.
Urbani conferma ciò di cui molti chiacchierano nei corridoi della Camera dei Deputati e del Senato: “Berlusconi non si interessa più di politica perché questa politica lo annoia, non la capisce e lascia fare a personaggi disapprezzati”, ovvero “il cosiddetto cerchio magico” ma anche “i capigruppo Brunetta e Romani, uno ex socialista e uno ex liberale, che dicono sempre cose opposte. Adesso Berlusconi si interessa solo ai suoi affari”. Capito? E poi un’altra mazzata al partito: in Forza Italia “non c’è più un progetto politico e soprattutto non c’è più una leadership. Ci sono solo orfani di Berlusconi, che non hanno più il babbo che li segue. E’ un partito che sta andando all’esaurimento”.
Verso i “Moderati con Renzi”, dunque. Perché anche per Urbani “al momento Renzi resta il più bravo nella competizione politica”. Sull’ipotesi che Berlusconi si possa ricandidare nel 2018, quando forse potrà essere eleggibile, l’ex ministro è netto: “Ma si può affidare il futuro a una persona di più di 80 anni? Oggi un leader politico a 40 anni è considerato vecchio… stiamo scherzando?”.
Ecco un altro tassello del puzzle. Berlusconi non più candidato premier. Berlusconi vecchio, un po’ smarrito, privo di quel carisma che gli ha permesso più volte di fare innamorare di lui milioni di italiani. Un Berlusconi che non serve più per vincere. E quindi da rottamare. Da abbandonare.
Intanto, anche mentre stiamo scrivendo, sulle agenzie corrono i comunicati stampa dei tanti azzurri che si interrogano sul futuro del partito. Dunque anche sul proprio. Il caso delle riforme, per esempio: Berlusconi insiste con la linea del no, ma non tutti nel partito sono convinti che questa sia la scelta giusta. Anche perché quelle riforme Fi in passato le ha già votate. La verità è che al momento questa “incertezza strategica” – copyright Osvaldo Napoli – sta penalizzando fortemente il partito. E trascurare il fatto che negli ultimi mesi decine di parlamentari abbiano deciso di lasciare Forza Italia, cercare di minimizzare, è un errore. Un errore politico.
In tutto questo disordine azzurro, ovvio che poi ci sia chi guarda con sempre maggiore interesse alla Lega di Matteo Salvini. Un movimento con una linea politica chiara, netta, identitaria. Pochi ma precisi punti con cui conquistare l’elettore italiano. A guardare come cresce il Carroccio nei sondaggi pare che funzioni. Un ticket tra Salvini e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, per Francesco Storace (La Destra) potrebbe funzionare. E essere da guida per tutto il centrodestra, visto che il declino di Forza Italia appare ineludibile. Il Matteo che vien dalla Padania insieme a una Meloni all’amatriciana, vi piacerebbe? E’ di certo una possibilità, un centrodestra a trazione leghista. Non è forse già così? Tuttavia non sono pochi quelli che di fronte a un simile scenario, alle Politiche non ci penserebbero due volte a votare per il Partito della Nazione e per “i moderati” di Matteo Renzi. Il vero erede di Silvio Berlusconi.
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