Giovanni Toti, governatore azzurro della Liguria, nelle scorse ore in una intervista ha rilanciato l’idea del partito unico del centrodestra. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, oggi rilancia: “Se il centrodestra si presenta unito puo’ vincere con il 40% dei consensi”.
Intervistato da QN, Brunetta spiega: “Il lepenismo e’ una componente del centrodestra ma non e’ maggioritaria, nemmeno nella Lega Nord stessa, e non puo’ essere il punto di ricaduta del centrodestra. Prima ce ne rendiamo conto tutti meglio e’. Il centrodestra in Italia, come in Germania e in Francia, e’ plurale: quindi nessuna Opa ostile da parte di nessuno ma intelligenza e strategia per tenerlo insieme. Cosi’ si vince. La genialata di Berlusconi nel `94 e’ stata questa”.
Brunetta ha poi aggiunto: “Se si facesse una costituente del centrodestra vedremmo che la linea e il programma berlusconiano sono maggioritari. Le primarie si possono anche fare, perche’ no, ma scriviamo il programma e le regole e pesiamoci non sulle facce – ha concluso – ma sui programmi”.
Francesco Giro, senatore e responsabile nazionale dei dipartimenti di Forza Italia, in una nota commenta: “Da Renato Brunetta arriva un contributo importante per il centrodestra. Penso tuttavia che per Forza Italia la priorita’ non sia oggi unire il centrodestra ma rifondare il suo movimento politico”. Secondo Giro “la crisi dell’identita’ europea e il nuovo terrorismo islamista deve spingere Forza Italia non su posizioni minoritarie di matrice populista, ma al contrario verso un grande movimento unitario pragmatico e popolare che sappia presentare un patto sociale per contrastare la poverta’ che ha colpito anche il ceto medio, un patto fiscale per favorire il lavoro autonomo e un patto per la sicurezza nazionale per difendere l’incolumita’ dei cittadini e dello Stato. Tre patti per un grande movimento del 40% che dovra’ essere consacrato da un congresso nazionale”.
Nel dibattito tutto interno a Forza Italia interviene anche il presidente dei senatori azzurri, Paolo Romani. Intervistato dal Corriere della Sera, sottolinea: “Su una coalizione di centrodestra, politicamente mancano ancora dei punti essenziali per definire l’accordo, e dobbiamo sapere verso che tipo di legge elettorale andiamo: se oltre alla rappresentativita’ si pensera’ a un meccanismo per la governabilita’, sara’ a favore della singola lista o della coalizione? Questo fa una grande differenza. Come la fa la scelta dei candidati: ci saranno collegi, liste, preferenze? E saranno previste primarie per legge? Bisogna tener conto di moltissimi fattori quando si lavora ad una legge elettorale”, spiega Romani. “Parlare di partito unico oggi e’ chiaramente prematuro, ma non credo Berlusconi abbia accantonato l’idea della coalizione”.
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