"Il commissariamento del partito in Puglia è un atto deciso dagli organi nazionali di Forza Italia. Fitto sta nel partito, come tutti noi, e come tutti è tenuto a rispettare le decisioni o a contestarle, ma sempre seguendo le procedure. Non lo considero fuori dal partito. Ma forse è più corretto rivolgere a lui questa domanda", è la risposta lapidaria di Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, intervistata dal "Corriere della Sera".
Gelmini affronta anche il tema delle riforme e delle alleanze in vista delle regionali. Sul primo punto non chiude la porta alla ripresa del dialogo anche se lascia al premier l’onere di indicare la via della ripresa. "Dipende dal presidente del Consiglio. Se Renzi – spiega Gelmini – si ostina a considerare il Parlamento alla stregua di ‘un’aula sorda e grigia’ non c’è possibilità alcuna. Se invece torna ad un atteggiamento rispettoso del Parlamento e delle sue prerogative valuteremo. Ma con tanta cautela in più. Perché la partita del Quirinale ha lasciato aperte ferite difficili da rimarginare sul piano della fiducia istituzionale".
Quanto alle alleanze, Gelmini non fa sconti alla Lega. "Aspetto di capire – spiega – se la battaglia politica di Salvini è per far vincere la Lega, anche contro gli altri partiti di centrodestra, o se invece, come spero, è sinceramente impegnata per la vittoria dello schieramento moderato e liberale contro le sinistre. Io non conosco partiti politici che abbiano vinto le elezioni ponendo veti a dritta e a manca". In questo senso, l’esponente di Forza Italia indica nelle regionali "un banco di prova per il centrodestra. Sono un laboratorio in cui sperimentare un sistema di alleanze che non potrà essere la ripetizione passiva di quello che abbiamo visto nel passato". Insomma, "se pensiamo di recuperare voti e consenso senza un solido progetto culturale, solo con bagni di populismo, non abbiamo capito nulla".
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