Si è conclusa poco fa, nell’aula della Camera dei Deputati, la discussione generale sul testo unificato in tema di cittadinanza. Relatrice del provvedimento è la deputata Pd Marilena Fabbri. L’esame del provvedimento proseguirà nei prossimi giorni con il voto della questione pregiudiziale di costituzionalità alla proposta di legge sulla cittadinanza presentata dalla Lega Nord. La pregiudiziale è a firma del capogruppo della Lega Nord a Montecitorio, Massimiliano Fedriga.
Intervenendo in Aula sul ddl cittadinanza, il deputato della Lega Nord Marco Rondini ha spiegato: “Agevolando per legge una societa’ multiculturale, in combinato con la politica dell’accoglienza indiscriminata, questo governo vuole dare un colpo mortale all’omogeneita’ culturale che noi riconosciamo e su cui si basa la pace sociale delle nostre civilta’. Per questo esecutivo, promotore di questo assurdo provvedimento, la nostra storia e la nostra cultura sono qualcosa di ingombrante che deve essere cancellato". "La cittadinanza – ha aggiunto – non puo’ essere un mezzo per favorire l’integrazione ma deve essere la fine di un percorso, un diritto che viene garantito dopo la maturazione della consapevolezza e della condivisione dei valori fondanti della comunita’ della quale l’immigrato chiede di poter fare parte. Invece di regalare la cittadinanza ai minori, sarebbe piuttosto opportuno introdurre una disciplina per la revoca della cittadinanza per gli stranieri che si sono macchiati di gravi crimini, come avviene nella civile Svizzera. Noi crediamo che la nostra identita’ non possa essere sacrificata sull’altare di un’utopica societa’ multiculturale".
Condivide Forza Italia. “La cittadinanza – ha detto Anna Grazia Calabria, deputata Fi – non può essere uno strumento di integrazione ma è la conclusione, è uno strumento a integrazione già avvenuta", quindi "per Forza Italia è impossibile condividere questo testo". "Esistono valori non negoziabili – ha insistito – come il rispetto, la difesa, l’orgoglio dell’identità italiana. La cittadinanza non è uno status che si ha il diritto di acquisire, ma la conquista rispetto a una scelta voluta, un diritto non automaticamente conferito".
Domenico Manzione, in replica alla discussione generale della pdl sulla cittadinanza, a nome dell’esecutivo ha detto: “Il governo è convinto che la legge del 1992 sia ormai datata. L’introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae nel nostro ordinamento siano un passo in avanti che tiene conto di una mutata realtà demografica, sociale, culturale e attinente ai profili migratori di oggi". Rimane da chiarire – ha proseguito – "l’assenza di una disposizione transitoria, che stabilisca quanto può essere applicato il nuovo testo a situazioni che si sono verificate prima della sua entrata in vigore. Sono convinto che i lavori d’aula consentiranno di trovare una soluzione anche per questo".
Al di là della polemica politica e del dibattito parlamentare, si fa sentire Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che auspica “che la Camera possa al più presto approvare un testo che metta i minorenni di origine straniera, che vivono nel nostro Paese, nelle condizioni di godere pienamente dei loro diritti”.
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