Michaela Biancofiore, parlamentare Fi e Coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige, punta il dito contro il governatore azzurro della Liguria. “Giovanni Toti si è messo sulla scia di Alfano, annuncia un suo nuovo movimento – ma anche no nella speranza mai sopita di una nuova incoronazione da parte di Berlusconi. E nel frattempo inveisce contro tutto quello che Berlusconi ha creato e contro quel vertice del quale lui ha fatto parte e col quale ha preso decisioni spesso sbagliate che ci hanno portato all’oggi”.
“Quello dei ‘diversamente berlusconiani’ e di un NCD, un nuovo centro destra a trazione di improbabili delfini o squaletti, è un film già visto che ha fatto un flop clamoroso. Che Forza Italia debba rivedere le sue liturgie interne, puntando soprattutto su merito e regole, lo diciamo da anni non godendo purtroppo dello stesso favore di corporazione di Toti. Ma lo diciamo battendoci ogni giorno dall’interno anche perdendo battaglie senza mai abbandonare la nave speronata, senza fare i saccenti dell’ultima ora, perché veniamo dalla scuola politica della gavetta, dell’olio dio gomito e della normalità, senza regali e senza sconti. E lo facciamo davvero con educazione, all’interno dei consessi come il comitato di presidenza dell’altro giorno, dove avremmo ascoltato e magari anche condiviso il Toti pensiero, ma ci è dato leggerlo solo sui giornali, spesso nuocendoci volutamente.
E’ infatti secondo lui educato attaccare il partito nel mezzo di una campagna elettorale delicata com’era quella delle europee nella quale il presidente si è sacrificato per tutti, Toti compreso? E poi lui parla di un centro destra in salute grazie alla Lega? A parte che nella Liguria da lui governata Forza Italia ha preso più o meno la stessa percentuale nazionale, ma proprio lui dimentica di essere stato eletto solo grazie alla Lega e alla indicazione di Berlusconi quale presidente della Regione in quota Forza Italia con il 12,66% a fronte di una Lega al 20,25% , in un momento nel quale Forza Italia veleggiava ancora intorno al 22%. A fare i leader con gli strumenti e i voti degli altri, sono bravi tutti; quando non si hanno più, si fa la fine degli Alfano di turno”.