L’idea di dover partecipare a riunioni sfogatoio non lo appassiona ormai da mesi, ma di fronte al rischio concreto di addii in massa dai gruppi parlamentari, Silvio Berlusconi e’ costretto a cambiare idea. E dopo una riunione con i consiglieri a palazzo Grazioli ha deciso infatti di acconsentire alla richiesta di prendere parte alle riunioni dei gruppi parlamentati che si terranno mercoledì.
Due incontri distinti, prima a Montecitorio e poi a palazzo Madama (pare che farne una congiunta non sia stato possibile visti i rapporti a dir poco tesi tra i vertici azzurri di Camera e Senato) in cui l’ex capo del governo provera’ a serrare i ranghi di un partito dove ormai coesistono almeno due anime.
L’intenzione del Cavaliere e’ quella, innanzitutto, di ribadire la contrarieta’ di Forza Italia ad appoggiare le riforme: guardate cosa ha fatto Renzi – avrebbe detto ancora una volta ai suoi – ha cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto gli accordi. E’ inaffidabile. L’input, confermato gia’ oggi dalla decisione di abbandonare i lavori della commissione Affari Costituzionali, sara’ quello di dare battaglia in Aula contro l’approvazione dell’Italicum.
Insomma, toni barricaderi quelli che ha intenzione di usare con i suoi parlamentari convinto che con l’avvicinarsi delle regionali un ennesimo cambio di linea non aiuterebbe Forza Italia. Il rischio pero’, e Berlusconi lo sa bene, e’ che un atteggiamento di chiusura nei confronti di Renzi ha come conseguenza quella di rendere ancora piu’ gelidi i rapporti con Denis Verdini, convinto al contrario, che la rottura del patto del Nazareno sia stata un errore e abbia portato Forza Italia all’isolamento.
Non e’ un mistero che i rapporti tra i due si siano incrinati e a sentire diversi azzurri, anche la decisione di nominare Marcello Fiori (coordinatore nazionale dei club Forza Silvio) responsabile Enti Locali del partito, viene considerata nel cosiddetto cerchio magico come un ennesimo ‘schiaffo’ alla vecchia classe dirigente.
La sensazione che si respira dunque all’interno di Forza Italia e’ quella che comunque, dopo le regionali, il partito sia destinato a perdere pezzi. L’incognita e’ capire quanti. I primi a finire sotto la lente di osservazione sono i fittiani a maggior ragione dopo la decisione di appoggiare in Puglia un candidato diverso da quello ufficialmente scelto dal partito.
A preoccupare pero’ sono le mosse di Verdini. Il senatore azzurro, che gode di un certo seguito sia alla Camera che a palazzo Madama, potrebbe far sentire la sua voce dando sostegno al governo in caso di necessita’ sulle riforme andando contro la linea ufficiale del partito. Un’ipotesi che a palazzo Grazioli non viene presa sottogamba tanto che lo stesso Berlusconi non chiude la porta all’idea che prima delle elezioni politiche (la convinzione del Cavaliere e’ quella che si vada a votare tra un anno e mezzo) bisogna dare una veste nuova a Fi ma soprattutto ricollocarsi su una linea piu’ moderata, evitando di inseguire Matteo Salvini. D’altronde a sposare la linea di Verdini – e cioe’ quella di riallacciare i rapporti con palazzo Chigi – sono i vertici aziendali di Mediaset oltre al fidatissimo Gianni Letta.
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