Vittorio Pessina è stato nominato nei giorni scorsi responsabile del dipartimento Italiani nel Mondo di Forza Italia. Intervistato da ItaliaChiamaItalia, Pessina ha dichiarato di avere già ben chiaro in mente come riorganizzare gli azzurri oltre confine. E quando gli abbiamo chiesto come mai il partito non avesse puntato su Guglielmo Picchi, unico deputato forzista eletto oltre confine, Pessina ha risposto in maniera diplomatica: Picchi, ha detto, potrà comunque contribuire al rilancio del partito nel mondo. L’eletto all’estero, invece, sui social network, una volta a conoscenza della nomina di Pessina, la diplomazia l’ha gettata alle ortiche.
"Rinnovamento @forza_italia Coordinatore Italiani nel Mondo 76 anni ed ex senatore….poi i voti li prenda @GiovanniToti io felice trombato”, cinguetta su Twitter. E ancora, coinvolgendo Gasparri e Gelmini: “Rinnovamento @forza_italia NeoCoordinatore Italiani mondo 76 anni e ex senatore…io 21000 preferenze trombato…@gasparripdl @msgelmini”.
Seguiamo le vicende del centrodestra oltre confine da anni. Consentiteci: Pessina sarà anche anziano (anagraficamente, almeno), ma rispetto a Picchi è un gran signore. Picchi chiede rinnovamento: non risponde forse a questo la nomina di Pessina, incaricato direttamente da Silvio Berlusconi di risollevare le sorti del partito all’estero? Picchi pretendeva di continuare a sedere sulla poltrona da coordinatore di Forza Italia all’estero? E per quale motivo? Quali i suoi meriti? Le 21mila preferenze? Non bastano.
I voti all’estero, si sa, si prendono soprattutto grazie a una costosa operazione di mailing, senza alcun rapporto con il territorio, senza necessariamente avere lavorato bene in Parlamento. Il caso Picchi è eclatante: non ha un ufficio stampa né una segreteria, non comunica sui media, non visita le comunità come dovrebbe. Picchi c’è ma non si vede né si sente. Rivendicare dunque di avere preso oltre 20mila preferenze non serve a nulla. Anche perché, a sapere davvero analizzare le cose della politica, la gestione del PdL nel Mondo da parte di Picchi è stata un vero disastro.
Parlano i numeri: Picchi è stato capace (con l’importante contributo, prima di lui, dell’ex senatore Juan Esteban Caselli) di fare perdere al partito oltre 200mila voti all’estero; Guglielmo è stato sì eletto, ma tutti gli altri candidati pidiellini sono stati trombati, ovunque. E di questo Picchi, se è un uomo prima ancora che un politico, deve sapersi assumere ogni responsabilità.
Picchi rappresenta il passato, per molti degli uomini di centrodestra. In Europa sono più quelli che non lo sopportano, che quelli che sinceramente lo apprezzano. Ben venga Pessina. Che personalmente non invidio per niente. Avrà tante gatte da pelare, si scontrerà con invidie e gelosie, con ruffiani di ogni tipo, dovrà essere capace di imporsi, ma non con l’arroganza e la supponenza con cui a suo tempo fece Caselli, che da molti veniva descritto come un personaggio più presuntuoso che capace.
La politica è partecipazione, è sapere ascoltare e appassionare. Pessina lo sa. Nella recente intervista a Italiachiamaitalia.it ha scattato la sua fotografia, parlando di Forza Italia all’estero: “Finora poco coinvolgimento e troppo personalismo”. Sottoscrivo mille volte le parole di Pessina.
Ho perso giornate intere, in via dell’Umiltà, per anni, chiedendo il giusto ascolto ai problemi degli italiani nel mondo: ai piani alti della (ex) sede nazionale del partito, sono sempre stati sordi. E coloro che si sono seduti sulla poltrona di coordinatore, hanno pensato sempre e solo ai fatti propri, al proprio tornaconto. Mi auguro con forza che Pessina abbia imparato dagli errori dei suoi predecessori: gli staremo col fiato sul collo e non gli faremo sconto alcuno, pronti a criticarlo duramente se lo riterremo necessario, ma allo stesso tempo pronti a sostenerlo se dimostrerà di essere l’uomo giusto al posto giusto. In bocca al lupo.
Discussione su questo articolo