Nel giugno del 2014 dopo anni d’indicibili abusi, la piccola Fortuna Loffredo detta Chicca, lanciata da un balcone del palazzo in cui abitava, viveva in una realtà degradata, Parliamo di un micro cosmo che ancora annaspa ovattato, melmoso, anestetizzato in un territorio dove la dignità sembra essersi dissolta tra spacciatori e coca. Laggiù, in un mondo violento e omertoso, sembra che di umano non sia rimasto quasi più nulla, al punto che le persone, di generazione in generazione, si sono abbruttite in un contesto di cui sono parte viva, e la percezione del male è differente da altri luoghi, perché è la norma.
Ad avvalorare questa tesi, è stato il lento rifiorire di alcuni piccoli, che lontano da quel mondo, con amore e le giuste attenzioni, non solo stanno acquisendo serenità, ma hanno anche fatto qualcosa che nessun adulto (troppo contaminato) avrebbe mai fatto, ovvero stanno collaborando con la giustizia, confessando quella verità che altrimenti sarebbe rimasta celata per sempre forse.
Grazie a loro, ci sarà la riesumazione di un altro bambino, il piccolo Antonio Giglio, di tre anni, anche lui morto in circostanze misteriose in quel palazzone del Parco Verde di Caivano, ma del tutto simili a quelle che hanno riguardato la piccola Chicca.
Grazie alle indagini, alle difficili intercettazioni e alle testimonianze dei minori abusati e testimoni, è stato arrestato il compagno della vicina di casa che aveva negato tutto; Raimondo Caputo. Già, lei la vicina, arrestata anche lei, accusata di essere consapevole, connivente, d’aver coperto e mentito ad oltranza, spingendo anche la figlioletta a farlo. Sono gravissime le accuse a carico della coppia e molti altri indagati sono sotto il mirino, tuttavia solo un regolare processo potrà accertarlo del tutto e dare infine con una giusta sentenza, e pace alla memoria dei bimbi cui è stata spezzata la vita.
Antonio Giglio di soli tre anni, figlio di Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo pluri pregiudicato, era il fratellino di Doriana, l’amichetta del cuore di Fortuna, la piccola che lontana da quel mondo malato, ha collaborato e ha detto la verità. Antonio fu trovato morto, caduto al suolo da una finestra dell’abitazione della nonna, madre di Marianna Fabozzi, al settimo piano dello stesso edificio nel quale vive anche la famiglia di Fortuna, e come lei senza una scarpina.
Forse siamo solo alle prime battute di un romanzo criminale senza pudore e intriso d’omertà, violenza, degrado e criminalità. Purtroppo altre pagine verranno scritte su questa vicenda e non è escluso che le prossime saranno ancora più cruente.
Gli sviluppi legati all’inchiesta in questione hanno impressionato molto l’opinione pubblica, per quello stupro ripetuto chissà quante volte e culminato in un omicidio. Raimondo Caputo e la sua compagna presunta complice Marianna Fabicchi sono stati aggrediti e picchiati, anche loro paradossalmente lontani da quel micro cosmo.
In questa raccapricciante vicenda di Chicca non esistono adulti innocenti ma solo adulti colpevoli per non aver vigilato, per aver abusato, per aver offeso, ucciso, mentito e violato ogni legge non solo degli uomini, ma anche di Dio. Di cosa saranno ritenuti davvero colpevoli, e di quali e quanti orrori, dovrà accertarlo la magistratura, ma l’impressione è che la carrellata delle crudeli oscenità che ora sembra solo nell’immaginario agghiacciante, lo sarà anche nella realtà.
Nell’inferno del Parco Verde di Caivano, intriso di clima mafioso, s’intrecciano le tredici piazze di spaccio tra i viali delle palazzine popolari, e sembra che abbiano sostituito Scampia come centro di distribuzione degli stupefacenti della provincia di Napoli.
Là troneggiano cocaina, krac, kobret, fumo e soprattutto tanta eroina. I brulli giardini del parco, lasciati al degrado, sono usati dai tossicodipendenti per bucarsi, e quindi del tutto interdetti ai bambini. Qualche volontario a volte si occupa di portare via le siringhe sporche abbandonate ai bordi di un campo da calcio. Poco più in là verso la campagna ci sono migliaia di aghi conficcati per terra e nei tronchi degli alberi. Droga come se piovesse a poco prezzo, porcheria che scorre come veleno e tutto in un ambiente dove circolano famiglie e bambini.
Non può essere solo lo stato a ripulire un posto simile, dove s’intrecciano omertà, stile di vita mafioso, coca e poco altro. Il grado d’istruzione medio della popolazione del luogo è piuttosto basso, c’è incredibilmente moltissimo analfabetismo anche tra soggetti molto giovani e dove c’è ignoranza germogliano tutti i mali.
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