Purtroppo con il triste spettacolo della nostra politica, senza tener conto dei problemi del Paese e del ridicolo al quale ci esponiamo ai partner internazionali, non solo della UE, ma del mondo intero, tra riflessioni, ripensamenti, consultazioni, prassi non previste da nessuna parte, contratti tipo quelli che si usavano una volta nelle fiere paesane, ci stiamo avviando al terzo mese post consultazioni senza avere concluso nulla.
Forse mi sbaglio, ma penso sarebbe stato logico e del tutto imparziale affidare il pre-incarico ad un esponente della coalizione che ha vinto alle elezioni.
Ammettere dall’alto la sconfitta dei cattocomunisti sarebbe stato forse non “democraticamente corretto”, espressione oggi tanto in auge, quanto semplicemente deplorevole.
Ebbene, considerati i danni causati da questa situazione di stallo, da riflessioni per non decidere nulla, sono portato a ritenere che l’unico oggi a fare un passo indietro e lasciare la cadrega dovrebbe essere il presidente della Repubblica.