Ora a tremare, alla Regione Lazio, sono in molti. La frase del procuratore capo Giuseppe Pignatone e’ chiara: ‘siamo solo all’inizio, i margini d’arrivo sono sufficientemente ampi’. Insomma le indagini sull’uso non proprio ortodosso dei fondi del gruppo Pdl alla Regione Lazio si allargano anche se, sottolineano gli inquirenti, ‘non interessano i risvolti etici e morali ma solo quelli penali’. Dunque non importa se gli emolumenti per consiglieri e gruppi fossero consistenti, importa chi e come si e’ appropriato di quelli per fini personali. E ora sotto la lente d’ ingrandimento del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del sostituto Alberto Pioletti ci sono sette milioni transitati tra il 2010 ed il luglio scorso sui conti del gruppo Pdl. L’inchiesta quindi non e’ solo sui soldi che Fiorito avrebbe indebitamente intascato ma anche su quelli transitati sui conti del gruppo Pdl.
Prima di approfondire quest’ultimo aspetto, peró, gli inquirenti, d’intesa con le Guardia di Finanza, vogliono chiudere il cerchio sull’attivita’ contabile Fiorito. Un primo ‘step’ dell’inchiesta che ha travolto la Regione Lazio, prima di entrare nel merito della della seconda fase. Ed in questo contesto rientrano anche le manovre in corso a piazzale Clodio per la rogatoria internazionale da inoltrare alla Spagna dove, in cinque conti aperti in quattro istituti di credito, sono transitati parte dei soldi (oltre 300mila euro) che ‘Er Batman’ avrebbe sottratto illecitamente alle casse del Pdl. Poi, attraverso l’analisi dei documenti raccolti alla Presidenza del Consiglio della Regione, in particolare le norme ed i regolamenti che disciplinano l’uso dei fondi pubblici, e incrociandoli con quelli raccolti nel corso delle indagini, gli inquirenti cercheranno di ricostruire le voci di spesa del gruppo negli ultimi due anni. Ma solo al fine di verificare se si siano verificati casi arricchimento personale, sulla falsariga, secondo l’ipotesi di lavoro della Procura, di Fiorito. Le voci di spesa di carattere politico, anche quelle piu’ spregiudicate e moralmente censurabili, non saranno vagliate, a meno che si configurino profili di falsita’ o modifica delle fatture presentate, proprio come nel caso della Procura di Viterbo che indaga su dieci fatture taroccate per alimentare una macchina del fango nella faida del Pdl viterbese.
Nei prossimi giorni, quindi, proseguiranno gli accertamenti sulle carte. Per ora non ci sarebbero convocazioni in programma neanche della dimissionaria presidente della Giunta Renata Polverini, protagonista ieri di un pesante attacco, non solo politico, nei confronti del consiglio regionale e della sua struttura amministrativa. A meno che dai movimenti di denaro sul conto Pdl non emergano novità.
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