“Cambiamo!”: questo il nome del movimento lanciato da Giovanni Toti, ormai ex azzurro ma ancora governatore della Regione Liguria. L’obiettivo è quello di perseguire “un riformismo liberale popolare di massa che difende gli interessi nazionali”. Toti è pronto a dare spazio ai sovranisti leghisti e a quelli di Fratelli d’Italia. Non chiude nemmeno a quel pezzo di Forza Italia che comunque continua a ispirarsi a Silvio Berlusconi, nonostante la vena critica. Carfagna? “Mara ha fatto una scelta molto coraggiosa e anche lei condivide la necessità di un cambiamento, la considero un interlocutore”.
L’esordio ufficiale del nuovo soggetto politico si terrà a Matera il 2 settembre. Non una scelta causale. La città è capitale europea della cultura 2019, ma anche emblema di un Sud dalle vaste potenzialità che restano schiacciate dalla mancanza di infrastrutture e sviluppo.
Eppure il movimento di Toti non avrà vita facile. Gli azzurri si fanno sentire. Per Sestino Giacomoni, uno dei colonnelli più vicini al Cav, “non c’è uno spazio politico fuori FI e chi è uscito non ha mai avuto successo”. Mentre Giorgio Mulè, portavoce azzurro, è convinto che “Forza Italia non vive alcuna crisi di identità”, anzi è “il perno del Centrodestra” e poi “c’è chi, folgorato sulla via dell’opportunismo, gioca a fare il leader con i voti degli altri spacciandosi per il ‘nuovo’. Ma sappiamo com’è finita in passato”. Staremo a vedere. Toti non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi.