Conduttori televisivi, anchorman, comici, cabarettisti. Star della Tv, drogate dal mercato, felicemente bombardate da offerte talvolta folli. Come i grandi del calcio, il più delle volte presunti grandi, false stelle prodotte dai media, scritti e televisivi.
Conduttori milionari, proprio come i calciatori. Anchorman e comici sono immersi in una realtà che molto somiglia a quella del calcio: anche per loro questo è tempo di mercato. Il mercato televisivo come quello dei calciatori.
La7 ha fatto man bassa, il suo proprietario li ha acquistati praticamente tutti. Proprio tutti, scucendo il proprietario Urbano Cairo, editore e presidente del Torino Calcio, cifre importanti. Anzi di più, importantissime, esagerate, per strappare le stelle alla concorrenza. Crescente ambizione de La7 è espressa in uno slogan forse un tantino presuntuoso: “Siamo la Cnn italiana”. In bocca al lupo.
Giovanni Floris e gli altri, new entry milionarie e facce non nuove, milionarie anch’esse. Enrico Mentana, Lillì Gruber, Corrado Formigli, Myrta Merlino. E Maurizio Crozza, già ospite fisso di “Ballarò”, che voci insistenti indicano come prossimo allo sbarco a La7. Il comico-imitatore non intende sentirsi orfano di Floris. L’accoppiata ex Ballarò potrebbe ricomporsi davvero a La7. Floris e Crozza sono gestiti dallo stesso produttore-agente, Beppe Caschetto. Ballano milioni di euro. Floris ne avrebbe ottenuti quattro in tre anni. Laddove, in altri ambiti riconducibili comunque alla televisione e al cinema, si registrano agitazioni, minacce di sciopero, cancellazioni.
Muoiono festival e premi letterari, i doppiatori le voci ribelli. “Siamo artisti, ma il mercato della tv ci sfrutta”. Mille doppiatori muovono un business di 80 milioni di euro. Per loro, però, turni massacranti di lavoro e paghe spesso non in linea con professionalità e impegno. Protestano da un mese senza alzare la voce. Il silenzio a scandire tre settimane di sciopero.
Sbranato dalla crisi, il Festival di Roma è clamorosamente ai verbi difettivi. Soldi pochi, quasi niente. Bisogna quindi sfrondare, tagliare, ridurre costi e spese. Ma come fare?
Il Festival di Roma, dal 16 ottobre al 25, abolisce intanto le giurie. Costano una montagna di quattrini, sono comunque cifre grosse. Soldi non ce ne sono, quindi facciamone a meno. Tramonta comunque l’idea di far concorrenza alla Mostra del cinema di Venezia. La prossima edizione del Festival di Roma sarà più snella anche nelle dimensioni e non prevede la realizzazione di alcuna tecnostruttura esterna. Ma la snellezza non è una scelta per diversificare il festival; è una necessità imposta dal clima generale. Si ragiona esclusivamente in termini di spendig review. Dappertutto e al Festival di Roma, dove il direttore Maro Mueller deve muoversi all’interno di un preventivo di spesa di 9 milioni di euro. Cinque di questi provengono da soci pubblici. Regione, Comune e Camera di Commercio non hanno aumentato di un solo euro il proprio intervento: 1 milione 130mila euro 130 per l’edizione 2014. Il contributo della Provincia scenderà a 300mila euro. Il sindaco Marino ha sollecitato l’intervento dei ministero dei Beni e delle Attività culturali. È la crisi, bellezza.
La7 presenta domani i palinsesti. I nomi famosi (e costosi) ci sono tutti. Il telegiornale di Enrico Mentana; Floris con un nuovo programma il martedì sera e la striscia quotidiana preserale; Michele Santoro il giovedì sera; Lilli Gruber in prima serata; la squadra di Corrado Formigli e Myrta Merlino. La proprietà punta tutto sulle sue carte migliori, le acquisizione recenti, freschissime, e le altre diventate ormai abituali per i telespettatori de La7. E la Rai? Deve confrontarsi con il mondo politico nelle consultazioni online sul modello di Servizio pubblico.
Floris è scappato, sedotto dalla strepitosa offerta de La7. Cifre che la Rai non vuole e non può pagare. Floris assicura di aver abbracciato Cairo per scelta editoriale, e non per soldi. “La Rai non sposava le mie idee. Sono stato sempre ottimamente compensato e consapevole di aver ricevuto moltissimo. Ma io non me la sento di lavorare senza progetti editoriali condivisi.
Ritengo giusto che il servizio pubblico segua logiche diverse”. Pronta a rinnovare il contratto a Floris alle condizioni economiche che il conduttore di Ballarò ben conosce, la Rai nega i problemi sbandierati da Floris con estrema civiltà. “Solo una questione di soldi, nessun contrasto di tipo editoriale”.
Il direttore di Rai3, Andrea Vianello, a questo punto dovrà ridisegnare Ballarò. Chi subentrerà a Giovanni Floris? Bianca Berlinguer è una candidata autorevole, lo stesso Vianello è un’idea che piace in Rai. Gerardo Greco ha convinto alla direzione di “Agorà”. La sorpresa potrebbe essere Giulia Innocenti, conduttrice di “Annuuno” su La7. Michele Santoro l’ha cresciuta e lei potrebbe rivelarsi una bella scommessa. I calcoli della Rai e i milioni de La7, che già si ritiene la Cnn italiana, e le miserie dei doppiatori della Tv e del Festival di Roma. Il costo del doppiaggio di un film medio costa 30-50 mila euro per un blockbuster. I doppiatori (superstar come Maria Pia Di Meo, la voce di Meryl Steep in “Il diavolo veste Prada; Francesco Pannofino, l’interprete di George Clooney; Luca Ward, ovvero Crowe nel “”Gladiatore”) doppiano film, fiction, soap opera, cartoon. La categoria si batte per il rinnovo del contratto, fermo al 2008. Lo sciopero intendeva tutelare la professione e anche il lavoro dei fonici dei fonici di doppiaggio.
I più esposti. I doppiatori lamentano la confusione derivante dal miscuglio imposto dei prodotti. Protestano per i turni di quattro ore divisi in due parti, che provocano lo scadimento della qualità. “Il mercato Tv è cresciuto a dismisura, imponendo ritmi infernali e abbassando il livello”. Poi, la concorrenza sleale, “che scatena la guerra dei prezzi e azzera la qualità” e i compensi. “Questa è un’arte. Un lavoro affascinante e complesso, questo del doppiatore, che spesso migliora l’originale”. E racconta una lunga storia, cominciata nel 1933, con il primo film sonoro di Stanlio e Ollio.
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