Sembra finire la (breve) luna di miele tra Beppe Grillo e Giorgio Napolitano a pochi giorni dal primo incontro tra i due in cui il Capo dello Stato aveva ‘stregato’ il leader Cinque Stelle. E finisce tra accuse reciproche originate da quello che formalmente restera’ un enorme ‘misunderstandig’. Che Grillo utilizza a suo vantaggio: ‘Il M5S portera’ all’eccesso la moralita’ in politica. La sua benedizione ci da’ conforto’.
Lunedi’, ricordando la figura di Chiaromonte, Napolitano se l’era presa con quelle ‘campagne che si vorrebbero moralizzatrici e in realta’ si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica’. Con chi ce l’aveva? Nel duro j’accuse il Capo dello Stato non aveva di certo fatto nomi e cognomi, ma nel quartier generale del M5S, letta la dichiarazione, i vertici erano letteralmente saltati sulla sedia. Perche’ questo duro attacco? Perche’ questa improvvisa presa di distanza dopo il riconoscimento plateale di Grillo dell’alta figura del Capo dello Stato? L’incontro al Quirinale in occasione delle consultazioni era stato infatti occasione per una brutta gaffe del capogruppo Cinque Stelle, Vito Crimi, ma anche per una rapida sterzata del leader che per tutta la campagna elettorale aveva lanciato strali contro quello che definiva il ‘Morfeo’ del Quirinale. Lasciando il palazzo il leader del movimento si era invece confidato con Vito Crimi e Roberta Lombardi: Napolitano ‘mi e’ piaciuto molto…’ aveva ammesso, ripreso da un fuorionda della Rai. Anche il portavoce del Presidente non aveva mancato di sottolineare l’avvenimento; in un twitter pubblicato subito dopo l’incontro Pasquale Cascella annotava ironico: ‘Alla fine Grillo disse al Presidente: ‘non la chiamero’ piu’ Morfeo’. Evidentemente non aveva nemmeno idea di che pasta fosse Napolitano…’.
Seguono le scuse di Crimi, finiscono gli attacchi dal blog, il M5S apprezza la scelta dello schema della prorogatio; poi arriva la dichiarazione di lunedi’. I ‘grillini’ sono esterrefatti ma decidono di non replicare: in fondo non c’e’ nessuna indicazione che la frase possa essere riferita a loro. Dopo due giorni, pero’, Beppe Grillo ci ripensa e attacca.
‘Con chi se la prende il Presidente della Repubblica? Di certo non al Pdl che esercita il suo fanatismo solo nell’occupazione ‘manu parlamentari’ del Tribunale di Milano. E neppure al Pdmenoelle e la sua attrazione fanatica per Mps. Dopo varie riflessioni – ironizza Grillo – sono arrivato alla certezza che il nostro Presidente si riferisse al M5S e di questo lo ringrazio’. Il Quirinale replica informalmente: ‘e’ improprio’ ipotizzare che il Capo dello Stato potesse riferirsi ad ‘un singolo, preesistente o nuovo movimento o raggruppamento’. Una precisazione d’obbligo. Che non smonta l’arma puntata di Grillo: ‘il M5S vuole moralizzare la vita pubblica senza cedere a compromessi’. E dunque, quale ‘miglior viatico e complimento? Grazie Presidente! Le assicuro che non la deluderemo. La sua benedizione ci da’ conforto…’.
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