“Dopo che l’anno scorso il “Corriere della Sera” aveva deciso di non rinnovare l’accordo con “La Nación”, che stampava e distribuiva l’edizione quotidiana del giornale milanese in Argentina, anche “Repubblica” alza bandiera bianca. Infatti nell’ultimo giorno dell’anno scorso è stato pubblicata a New York l’ultima edizione teletrasmessa del quotidiano romano che si contende di anno in anno col collega milanese il podio del più venduto in Italia”. E’ quanto si legge sull’ultimo numero di Tribuna Italiana, testata tricolore edita in Argentina.
“Da sedici anni “Repubblica” aveva un accordo con il quotidiano italiano della Grande mela, “America Oggi”, a sua volta erede di una storica testata degli italiani in America, “Il Progresso italo-americano”. Il giornale italo-americano stampava e distribuiva, insieme alla propria edizione giornaliera, l’edizione teletrasmessa di Repubblica. L’esperimento era stato tentato anche a San Paolo e a Caracas, ma in quelle città si era concluso prima.
Come nel caso del Corriere a Buenos Aires, quella stampata da Repubblica a New York era un’edizione ridotta rispetto a quella in vendita nelle edicole italiane. “Prendere questa decisione è stato tutt’altro che facile – ha detto Corrado Corradi, direttore generale della Divisione Stampa Nazionale del Gruppo L’Espresso -, ma la perdurante crisi italiana e le previsioni di una ulteriore contrazione del mercato per il prossimo anno hanno anteposto la ragione superiore di garantire un bilancio in ordine al forte desiderio di continuare la nostra avventura americana”.
“Da quasi otto anni, ovvero dall’inizio di questa infinita crisi dell’economia e insieme del nostro business tradizionale, il Gruppo Espresso, unico esempio in Italia e forse anche oltre confine, è riuscito a non chiudere nessun trimestre in perdita e, contemporaneamente, ad azzerare il debito. Questo anche grazie a enormi sacrifici e all’adozione di una severissima politica dei costi. Misure necessarie per consentire ai nostri giornali e a tutti coloro che vi lavorano di affrontare il non facile futuro con basi solide e la necessaria serenità”.
Andrea Mantineo – direttore di America oggi -, pur lamentando la decisione di Repubblica, ha scritto che “nonostante la crisi che colpisce anche il nostro giornale, ci impegniamo a raddoppiare gli sforzi per fornire giornalmente ai lettori un’informazione quanto più completa, aggiornata e imparziale, cercando anche di sopperire alla mancanza de ‘la Repubblica’ con nuovi servizi e prodotti editoriali che, confidiamo, saranno di loro gradimento””.
“E mentre facciamo i migliori auguri di successo al collega americano, ci permettiamo fare alcune riflessioni sulle decisioni delle due testate italiane. La decisione delle testate italiane è espressione, come ha scritto America Oggi, della crisi dell’editoria. Ma non solo. Perché della crisi della carta stampata si parla da decenni ormai, ma il panorama del settore è molto variegato e, accanto a molte conferme, ci sono casi in controtendenza, anche negli Stati Uniti.
Quale era il pubblico delle edizioni teletrasmesse del Corriere e di Repubblica? Possiamo rispondere per quella che è stata la nostra esperienza. A suo tempo, come conseguenza dell’arrivo del Corriere della Sera in Argentina, abbiamo perso una parte dei lettori e abbonati residenti nella zona nord del Gran Buenos Aires. Un pubblico di persone in genere benestanti, con contatti frequenti con l’Italia, che viaggia regolarmente nel Belpaese e che in principio era più interessato all’informazione quotidiana sull’Italia che a quelle sull’altro volto dell’Italia che abbiamo sempre proposto ai nostri lettori come una delle caratteristiche del nostro giornale, cosí come rispecchiare la vita e le opere e le attese della comunitá italiana.
Per loro il Corriere della Sera è stato uno strumento utile, almeno nei primi anni, per avere una maggiore informazione giornaliera sull’Italia. Ma come succede col resto delle testate cartacee, il Corriere ha cominciato a subire la concorrenza dell’informazione che si trova nel web, compresa quella che offre il portale web del giornale milanese e il suo pubblico si é ridotto sempre di piú. A un certo punto, la decisione di mollare, perché l’operazione è diventata non conveniente, dal punto di vista economico.
Da segnalare inoltre che negli ultimi dieci anni sono spariti dalla circolazione vari giornali di collettività, perfino alcuni di molti anni, come l’Eco d’Italia, che era nato agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso”.
L’articolo si pone poi una domanda. Si chiede “se è ancora valida una iniziativa informativa in lingua italiana, rivolta alla comunità italiana o di origine italiana e a un pubblico argentino, ma interessato alla cultura italiana e all’informazione sull’Italia. Una domanda che poniamo ai nostri lettori, ai dirigenti della comunità italiana, e a quanti siano interessati a offrire una risposta”.
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