Gianfranco Fini è intervenuto a Borgo Pace per una manifestazione sui 150 anni dell’unità d’Italia – promossa dalle province di Pesaro Urbino, Arezzo e Perugia -, dove protagonista è stata una ‘super-bandiera’ italiana trasportata per alcuni chilometri da cittadini e istituzioni. Il presidente della Camera, durante il suo intervento, ha affermato: "Il Nord e il Sud avranno la possibilità di conquistare il futuro se riusciranno a trovare l’unità". "In questa epoca così travagliata – ha aggiunto la terza carica dello Stato – se si vuole difendere, come è doveroso fare, l’interesse di un popolo, se si vogliono difendere gli interessi dei territori, se si vuol conquistare un futuro attraverso la tutela di quelle che sono le particolarità, se questo è l’obiettivo della politica in senso nobile, non c’è illusione più pericolosa che pensare che ci si possa salvaguardare dai pericoli e in qualche modo conquistare il futuro attraverso delle divisioni, attraverso degli egoismi, l’innalzamento dei muri, la discriminazione". Certo, le differenze fra Nord e Sud ci sono, "specialmente in questa epoca, ma avranno la possibilità", ma senza unione il futuro è lontano.
"iviamo in tempi in cui si pensa di difendere i propri legittimi interessi non gia’ attraverso una azione solidale ma, al contrario, con una azione di contrasto, il Nord contro il Sud, i figli contro i padri". Questo modo di ragionare, spiega Fini, non potrà mai condurre da nessuna parte.
Il leader di Futuro e Libertà, in un periodo in cui gli italiani chiedono ai politici di fare sacrifici, ha voluto sottolineare anche che il compito delle istituzioni, fra l’altro, "è quello di essere un buon esempio per i cittadini. Se vogliamo che l’Italia resti unita e sia sempre piu’ coesa, chi ha delle responsabilita’ deve avvertire prima di qualsiasi altro il dovere di essere un esempio, di rispettare sempre e comunque le regole, perche’ non c’e’ una cultura dei diritti se non c’e’ una cultura dei doveri".
In questo tempo di crisi economica grave, "chi ha di più dia di più": questa è l’unica soluzione se si chiede una politica di rigore. Fini condivide così le preoccupazioni degli enti locali per la riduzione dei finanziamenti, che a suo avviso significa costringere gli stessi enti locali a ridurre i servizi o "aumentare il carico fiscale, che sta diventando una autentica emergenza per tutti".
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