Che pena quell’onorevole Gianfranco Fini. Che mancanza di stile quel Presidente della Camera. Che brutta impressione ha lanciato al popolo italiano, dallo schermo TV, su quella professione-missione del politico sistemato sul terzo alto scranno dello Stato. Che ignobile insegnamento di cattiva educazione, di mancanza assoluta di sobrietà, di imparzialità, di signorilità ha lanciato ai giovani. Che figura di merda, diciamocelo serenamente, senza giri di parole, quelle battute a Ballarò, sulla moglie di Bossi, la quale giustamente ed a ragione, ha utilizzato una legge dello Stato preesistente per andare in pensione con le agevolazioni previste per quel tipo di contratto.
Che lavandaia, Gianfranco Fini: prendersela con un fatto – assolutamente regolare – di una signora per attaccare il marito, avversario politico! Che ignorante Fini: egli ha mostrato una totale pochezza intellettuale e una bassezza di istinti primordiali, tali da offrire un completo ed esaustivo concetto negativo sul suo mandato, non solo riguardante la carica occupata e non abbandonata dopo la sua chiara ed evidente ri-entrata in politica attiva antigovernativa, ma addirittura da parlamentare semplice.
D’altronde la sua inaffidabilità, sotto tutti i punti di vista, è arcinota fin dai tempi della sua partecipazione al MSI di Almirante. Fini pensava allora da missino ed ha sempre pensato da antifascista a se stesso, tradendo al momento buono, chiunque, fregandosene delle idee e degli accordi presi, semplicemente perché egli è privo completamente di idee razionali e di un comportamento logico deduttivo. Egli improvvisa sempre, perché è un buon parlatore di parole vuote, un buon espositore di concetti raffazzonati da termini stantii, ripetitivi ed uguali per ogni indirizzo politico egli voglia perseguire.
Fini ha sempre detto le stesse cose contro l’avversario politico del momento. “Oggi qui, domani là…”, cantava Patty! E quando finisce il repertorio, se la prende con qualche moglie. Vergogna!
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