In una lettera pubblicata su “La Repubblica”, Gianfranco Fini, in merito al caso sollevato da "Libero" sui costi degli agenti al suo seguito durante le vacanze a Orbetello, chiede “pubblicamente” al ministro Cancellieri “di intervenire subito, nelle modalita’ che riterra’ piu’ opportune, per consentirmi di non godere piu’ di un ‘privilegio legale’. E chiedo ai tanti esponenti politici scortati di far sentire anche la loro voce e di agire. Non contro Belpietro (che ovviamente ha la scorta) ma contro quel muro di gomma e di ipocrisie che fa si’ che in Italia cambiare le cose sia impossibile, a tal punto che perfino per vivere senza essere scortati pur non avendolo mai chiesto, occorre un trattamento di favore, una vera e propria raccomandazione".
Per il presidente della Camera "puo’ apparire una piccola questione ma, a ben vedere, non lo e’ perche’ dietro all’estetica della scorta c’e’ la credibilita’ della nostra democrazia e la sua capacita’ di migliorarsi".
"Ho letto che il ministro Cancellieri ha confidato a Merlo di voler cogliere l’occasione per ‘rilanciare la battaglia che da tempo vuol condurre a testa alta sull’uso e l’abuso delle scorte’. Molto bene – prosegue la terza carica dello Stato -, lo faccia subito e non solo a parole. Non dubito ne’ della sua volonta’ ne’ delle sue capacita’. Dubito che possa riuscirvi se non avra’ il sostegno convinto delle burocrazie ministeriali e soprattutto se il mondo politico non sapra’ trarre da questa vicenda agostana l’occasione per uno scatto di reni, per dimostrare concretamente di non essere una casta".
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