Con l’avvento dei “Giallo-Verdi” al governo ho sinceramente sperato nel tanto declamato cambiamento. Anzi sino a qualche giorno fa ne ero convinto e, soprattutto, nutrivo piena fiducia nella Guida del Governo. Le mie illusioni si sono spente con la crisi in Venezuela e la conferma del Premier Conte per una non ingerenza, con la sola raccomandazione di entrambe le parti in gioco ad andare a elezioni anticipate. Decisione inaccettabile, anche perché in quella terra ci sono 150.000 italiani lì residenti, cioè parte integrante del “Sistema Italia”, che da più parti hanno sollecitato una scelta a favore di Guadò.
Il Premier Conte ha letteralmente sprecato una sana opportunità per appellarsi al criterio democratico parlamentare. Trattandosi di una decisione di Politica Estera avrebbe fatto bene a chiedere con voto aperto a tutte le forze politiche per uniformarsi o meno alla decisione dell’UE.
Tutto questo volge, però, a confermare che il tanto atteso cambiamento è solo sulla carta! Gli attori politici gialloverdi non sono altro che la “brutta copia” dei rappresentanti politici dei partiti che oggi sono all’opposizione.
La nuova cultura politica italiana, al di là dei valori o delle ideologie che i singoli dovrebbero (o potrebbero) rappresentare, amplifica ancor di più la contrapposizione politica. Si è passati da un regime di lotta politica a un’aperta “guerra tra personaggi”, che spesso tende ad annullare l’altro appropriandosi celatamente della sua stessa identità e della sua estrazione culturale, per colmarla e vettorarla verso nuovi interessi per il semplice soddisfacimento delle proprie edonistiche necessità.
L’Identità espressa come insieme di valori comuni e appartenenza politica va via via tramontando, mentre si va sempre più verso giochi di potere fondati populisticamente sul soddisfacimento dei bisogni materiali della società generalizzata. E più la ricchezza va a interessare la fascia medio alta dei cittadini, maggiore è la domanda edonistica del popolo, a danno sempre più del ceto medio basso.
Eppure, il prossimo appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento UE è vicinissimo e lo scenario politico europeo si allontana sempre più da quei valori unificanti che hanno rappresentato per più di un “settantennio” motivo di pace, di apertura mentale, sociale, politica, commerciale, di abbattimento delle frontiere e di libera circolazione delle popolazioni (fattore da non sottovalutare affatto!): la nostra Unione Europea!
Tra brexit, gilet gialli francesi, crisi diplomatica franco-italiana, il neo populismi di molte nazioni europee, lotta alla migrazione illegale e grave crisi di credibilità istituzionale in ambito stesso alla UE, la popolazione UE in generale attraversa un momento di smarrimento valoriale per il quale gli risulta sempre più affascinante l’approccio materialistico e relativistico alla vita anziché, per esempio, ricordarsi dei valori scaturiti dall’orrendo crimine dell’Olocausto o, per noi italiani, dall’assassinio di decine di migliaia di “istriani” nelle Foibe, che per contro volgono sempre più nel dimenticatoio.
La tendenza relativista è accentuata anche da personaggi politici che non fanno altro che ribadire l’essenzialità della loro presenza quale personaggio politico. Il caso emblematico è rappresentato dal Presidente Berlusconi che preferisce prioritariamente annunciare la sua candidatura alle prossime elezioni UE, senza invece evidenziare le tristi esperienze europee sofferte durante i suoi periodi di Governo. A prescindere dai risolini del binomio Merkel-Sarkozy sulla politica economica berlusconiana rimasti senza confutazione, non farebbe forse meglio Berlusconi a raccontarci i contorni della notte in cui la Francia di Sarkozy lanciò il primo missile contro la Libia di Gheddafi, annullando completamente l’esistenza di una Unione Europea in fatto di apertura di un conflitto armato? Perché non ci racconta il fallimento dell’Europa in tale ambito, confermato dal Consiglio Supremo di Difesa convocato da Napolitano, in cui lo stesso dette ordini perentori di unirsi alla Francia di Sarkozy e agli USA della Clinton nei bombardamenti alla Libia? Lasciando senza risposte, con il suo silenziosa assenso la richiesta da parte dei Capi Militari di delucidazioni sul “perché, per quale motivo attaccare la Libia” all’indomani della firma di un trattato bilaterale per investimenti italiani a risarcimento danni di Guerra, o meglio ancora a favore della PACE!
Si, la PACE: il valore fondante della nostra Unione Europea! Non c’è, infatti, alcun dubbio che l’UE nacque allora su una cultura di pace tra i popoli che nel sottofondo europeo ancora oggi evidenzia esclusivamente la voglia di pace dell’UE.
Presidente Berlusconi, Giovanni Paolo II ebbe a dire: Il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove! Beh, io credo che lei miri solo ed esclusivamente a occupare una poltrona UE, forse l’ultima poltrona che potrebbe essere alla sua portata. A lei le logiche deduzioni valoriale che ne conseguono!