Emanuele Fiano, deputato del PD, parlando a Radio Cusano Campus, sulla Leopolda ha detto: “La Leopolda ha sempre avuto questo tratto nel quale la comunicazione dal palco e quindi anche la spettacolarizzazione hanno avuto un ruolo importante, è stato così anche la prima volta. Già dalla prima c’era una modalità di comunicazione completamente diversa dai congressi del PCI e della DC. Renzi, soprattutto in queste occasioni, ha sempre avuto una modalità di comunicazione totalmente diversa rispetto alle kermesse politiche tradizionali. Non c’è nulla da festeggiare, però la Leopolda è iniziata venerdì con l’intervento di Padoan che ha dato numeri molto preoccupanti e ha presentato una manovra alternativa. Lì si è detto: opposizione dura sui contenuti”.
“Seduto in prima fila sabato c’era Marco Minniti, che io penso si candiderà alla guida di questo partito e mi auguro vinca le nostre primarie, che ha un tratto completamente diverso dalla spettacolarizzazione della politica e penso che in un partito servano anime diverse. Minniti ha un’idea della politica seria, ha un tratto comunicativo molto serio, anche perché non usa i social. Penso che in politica servano tratti diversi tra loro, il tratto di Renzi attira più le nuove generazioni. Credo che di fronte alla tempesta finanziaria che potrebbe arrivare, e che io mi auguro non arrivi, potrebbe servire una guida come quella di Minniti, che esprime una capacità di serietà e penso rappresenti una possibilità di convincimento su altri versanti”.
Sul governo. “Noi siamo di fronte a delle scelte politiche legittimamente fatte da questo governo. Il problema è la qualità di queste scelte politiche. Il governo ha scelto di stanziare 10 miliardi per il reddito di cittadinanza e questa scelta può essere criticata. A ottobre 2018 il tasso di credibilità e di fiducia nel Paese che scende nei mercati e nelle imprese non si può più far risalire completamente alle scelte dei governi passati”.
Sulle parole di Grillo riguardo il ruolo del Capo dello Stato. “Discorso da ventennio? Non siamo alla marcia su Roma, né penso che la storia possa ripetersi da questo punto di vista. In questa fase del governo gialloverde non è la prima volta che arriva un attacco al Presidente della Repubblica, subito dopo le elezioni sia Salvini che Di Maio dissero che il premier dovevano sceglierlo loro, sminuendo il ruolo del Capo dello Stato. Salvini e Di Maio devono capire che nella nostra democrazia esistono dei contrappesi al potere determinato dal voto. L’equilibrio tra i poteri, anche di quelli non eletti direttamente dal popolo, sono fondamentali perché non siamo in una dittatura delle maggioranze. Quello che Grillo vuole far passare con una battuta è una volontà di cambiamento delle democrazie, che noi vogliamo difendere”.
Sulla decisione di Alessandra Mussolini di denunciare chi insulta il Duce. “Definisco Benito Mussolini un orrendo criminale. Se Alessandra Mussolini vuole venire a recapitarmi l’atto di denuncia, venga a consegnarmelo guardando negli occhi mio padre che ha 93 anni ed è l’unico dalla famiglia Fiano sopravvissuto all’Olocausto”.