Per oltre mezz’ora prima di dissolversi un’enorme nube di fumo nero, visibile da diversi punti della citta’, si e’ fermata nel cielo, proprio sullo stabilimento, nella zona dove sono ubicate le cisterne: l’incendio nella raffineria Eni di Taranto e’ divampato intorno alle 10 ed ha provocato il ferimento di un operaio che ha riportato ustioni all’incirca sul 15% del corpo. Le sue condizioni non sarebbero preoccupanti: Luigi Ancora, di 44 anni, e’ ricoverato nel reparto Grandi ustionati di Brindisi. Per la tipologia di ferite riportate – si e’ appreso dal direttore sanitario della Asl di Brindisi, Graziella Di Bella – i medici non si sono ancora espressi sulla prognosi. Un altro operaio – a quanto sembra – e’ rimasto ferito in modo lieve. E’ questo il terzo incidente avvenuto nello stabilimento Eni Refining & Marketing di Taranto dallo scorso mese di aprile: altri due episodi simili si sono verificati infatti il 7 aprile e 12 marzo. In entrambi i casi prima si verifico’ una esplosione e poi si svilupparono le fiamme che furono spente subito dopo. Non ci furono fortunatamente feriti. L’incendio – ha precisato l’azienda nel pomeriggio – si e’ verificato in corrispondenza di una tubazione a sud del serbatoio T3148 esternamente al bacino di contenimento.
‘Nell’area – spiega la societa’ – era in corso l’attivita’ di isolamento della tubazione, finalizzata all’inserimento di valvole controllabili da remoto, in ottemperanza a una specifica prescrizione del Comitato Tecnico Regionale. Durante questa fase, che prevede l’apertura della tubazione, il prodotto (benzina) ha trovato un innesco che ne ha causato la combustione per ragioni ancora in fase di accertamento’. La combustione si e’ protratta per circa 15 minuti, secondo l’azienda, e ha causato una colonna di fumo visibile all’esterno. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del presidio che si trova all’interno dell’azienda. I vigili sono dunque riusciti a spegnere le fiamme prima che potesse verificarsi una esplosione. Allerta immediata anche per i tecnici dell’Arpa: la centralina di monitoraggio di via Machiavelli, nel rione Tamburi di Taranto, ha rilevato un aumento dei valori di benzene in concomitanza con l’incendio nella raffineria. L’Arpa sta verificando eventuali ripercussioni dal punto di vista ambientale non solo per quanto riguarda l’aria ma anche per il suolo e la falda acquifera.
L’uomo che ha riportato ustioni nell’incendio e’ un dipendente della ditta di meccanica ‘Tps’, Luigi Ancora, di 44 anni, che in un primo momento era stato condotto nell’ospedale ‘Santissima Annunziata’ di Taranto, ma per la gravita’ delle condizioni il personale medico ne ha disposto il trasferimento al Centro Grandi Ustionati di Brindisi. Un altro operaio della Raffineria, sarebbe stato colpito alla fronte da una manichetta, e ha riportato lievi ferite. Quando e’ divampato l’incendio erano al lavoro gli operai di due ditte: la ‘Tps’ e un’azienda di smaltimento.
La quantita’ di prodotto combusto – secondo Eni – e’ stimabile in circa un metro cubo. L’azienda ha immediatamente informato gli organi di controllo e istituzionali, poi intervenuti sul posto. L’incendio – informa Eni – ‘non ha in nessun modo coinvolto i serbatoi e gli impianti della Raffineria, la quale e’ regolarmente in marcia’. ‘Eni – aggiunge l’azienda – fornira’ ulteriori delucidazioni, una volta completati i primi accertamenti’. Con una capacita’ di raffinazione primaria bilanciata di 120 mila barili al giorno e un indice di conversione del 72%, la raffineria Eni di Taranto e’ in grado di lavorare un’ampia varieta’ di greggi e di semilavorati. In particolare, lavora la maggior parte del greggio prodotto da Eni nei giacimenti della Val d’Agri, trasportato poi a Taranto attraverso l’oleodotto Monte Alpi (nel 2011 ne sono state lavorate 2,5 milioni di tonnellate).
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