Come noto, è scoppiata una polemica sulla fiamma tricolore, la quale compare nel logo di Fratelli d’Italia. Il Partito Democratico ha iniziato tale polemica ed altri, come la senatrice Liliana Segre ed Azione, si sono accodati. Secondo chi ha iniziato questa polemica la fiamma rievocherebbe il fascismo. Si tratta, ovviamente, di una polemica innescata ad arte, un ballon d’essai, una notizia messa in giro per vedere un po’ la reazione dell’opinione pubblica e per portare a sé i voti dei moderati del centrodestra. Questo è il dato di fatto.
L’altro dato è il fatto che il Partito Democratico abbia una carenza di programmi e che debba trovare un espediente per nasconderla. Deve pur motivare i suoi elettori.
La fiamma tricolore era presente anche nel logo di Alleanza Nazionale, il partito fondato da Gianfranco Fini, con la “svolta di Fiuggi”. Eppure, nessuno si lamentava. Ciò avveniva perché Fini aveva seguito una certa narrazione dell’antifascismo, la quale ancora oggi piace alla sinistra. Del resto, basta ricordare la storia di Fini e di ciò che aveva fatto nel 2010 e nel 2011. Aveva scelto di condannare il fascismo come male assoluto, ma non aveva mai espresso un’esplicita condanna nei confronti del comunismo e alla fine era arrivato a sposare il centrismo.
Giorgia Meloni non accetta la narrazione prima citata né vuole creare un partito di centro. Ella condanna il fascismo ed il comunismo. Fratelli d’Italia è un partito conservatore ed antitotalitario. Giorgia Meloni agisce nel segno del conservatorismo occidentale e lo fa con grande coerenza. Questo dà molto fastidio alla sinistra, specie per il fatto che Fratelli d’Italia sia oggi il primo partito.