Il clou dei festeggiamenti consisteva nella purificazione della città dagli influssi maligni. Le donne giravano appunto con ceri e fiaccole, simbolo di luce.
Con la diffusione del Cristianesimo i Lupercali furono aboliti e fu introdotta la Festa di Purificazione della Madonna, che cadeva il 2 febbraio, 40 giorni dopo Natale. Con la Candelora si chiude il periodo di celebrazioni natalizie e comincia il cammino verso la Pasqua. A Roma il rituale prevedeva una processione attraverso il Foro fino a Santa Maria Maggiore, con la benedizione dei ceri. Nel corso dei secoli, a partire dal XV, la confraternita della chiesa di Santa Maria dell’Orto, in Trastevere si è occupata della Candelora, provvedendo alla benedizione dei ceri e delle acque del Tevere.
Nella capitale tutti gli anni in questa chiesa aveva luogo la “candelora dei fiumaroli”. Attualmente a causa della pandemia potrebbe essere sospesa. Si tratta di una cerimonia che si risale al Cinquecento, e si rinnova annualmente grazie all’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto, il più antico sodalizio mariano ancora attivo a Roma.
La celebrazione ha luogo nella chiesa di via Anicia, 10, e prevede la Santa Messa con il momento culmine della benedizione delle candele e della distribuzione dei ceri benedetti ai fedeli. Il rettore della chiesa consegna i ceri benedetti ai rappresentanti delle forze dell’ordine, della regione, ad associazioni sportive, federazioni ed anche ad aziende e a tutti coloro che amano il fiume Tevere. I confratelli distribuiranno ai fedeli le candele votive da portare e conservare a casa, per accenderle in caso di pericolo e malattia.
Un tempo veniva considerato un rito di protezione e propiziatorio per le imbarcazioni che navigavano sul Tevere e nel mare, in caso di burrasche e temporali. Al tempo attuale rappresenta un momento di fede e di unione per chi vive il fiume per lavoro, sport e impegni vari.