Il 2 febbraio ricorre la festività cristiana della Presentazione di Nostro Signore Gesù Cristo al Tempio di Gerusalemme, denominata “Candelora”. Il nome della ricorrenza deriva dalle candele, simbolo della luce che Gesù emana nel mondo. Il 2 febbraio si benedicono e distribuiscono ai fedeli le candele. Le candele accese simboleggiano Gesù, ovvero la luce del mondo.
Secondo la tradizione la candelora indica la fine delle festività natalizie ed il tempo di disfare il presepe, l’albero di Natale e tutti gli altri addobbi. Nel folklore popolare questa giornata viene ricordata con una filastrocca che viene declinata in numerose varianti. Una delle più conosciute è questa: “Candelora, se c’è bel tempo siamo fuori dall’inverno, se piove o se c’è vento ancora quaranta giorni di tormento”.
Praticamente il 2 febbraio preannuncia l’inizio della primavera.
La storia della Candelora secondo la tradizione si fa risalire al Vangelo di Gesù. Si narra che una volta arrivato al tempio in braccio alla mamma, la Vergine Maria, venne accolto dal vecchio Simeone che lo definì “luce per illuminare le genti”. Da quel momento il 2 febbraio vengono benedette e distribuite ai fedeli le candele, che, una volta accese, simboleggiano quella luce. Nella capitale, ogni anno, secondo un’usanza ormai consolidata da molti decenni, ha luogo la Candelora dei Fiumaroli. Si tratta di una cerimonia che risale al Cinquecento, e si rinnova annualmente grazie all’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto, il più antico sodalizio mariano ancora attivo a Roma.
La celebrazione generalmente ha luogo nella chiesa di via Anicia, 10, e prevede la Santa Messa con il momento culmine della benedizione delle candele e della distribuzione dei ceri benedetti ai fedeli. Il rettore della chiesa consegna i ceri benedetti ai rappresentanti delle forze dell’ordine, della regione, ad associazioni sportive, federazioni ed anche ad aziende e a tutti coloro che amano il fiume Tevere. I confratelli distribuiranno ai fedeli le candele votive da portare e conservare a casa, per accenderle in caso di pericolo e malattia.