“Penso che l’obbligo vaccinale sia stato molto utile ed è stato fondamentale per farci uscire dalla pandemia. Ma è chiaro che bisogna affrontare la situazione rispetto al contingente che si sta vivendo. Oggi sicuramente le misure da mettere in campo sono diverse da quelle che era necessario mettere in campo nel 2020/2021, quindi posso capire da questo punto di vista la posizione del ministro Schillaci (intervista odierna a Libero, ndr). Il virus che sta circolando oggi, la copertura vaccinale che c’è stata, permette di affrontare la situazione in modo diverso. Anch’io oggi non direi che dobbiamo correre sull’obbligatorietà. Qualche mese addietro invece è stato fondamentale fare delle scelte difficilissime, ma avevano la responsabilità di tenere in piedi il sistema di diritto alla salute dei cittadini di questo Paese”. Così Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, a 24 Mattino su Radio 24.
“Spero nel ritorno delle province elettive. Con abolizione delle province i costi sono aumentati”
“Spostare certe funzioni a livello regionale, tutte quelle funzioni amministrative che prima venivano svolte dalle province ha aumentato i costi. Non solo, non ha più permesso di avere, per come sono costruite oggi le province, una politica di aria vasta, ma una sommatoria dei diversi interventi territoriali che porta di fatto non ad una omogeneità degli interventi. Per quanto riguarda il ritorno alle province elettive che quindi sia un’espressione democratica dei cittadini, io ho la speranza che ciò possa avvenire perché penso che soltanto così ci sia un rapporto eletto-elettore a cui bisogna rispondere. Gli enti di secondo livello, come oggi sono le province nelle altre parti d’Italia, sicuramente non portano quella connessione e anche quella vigilanza da parte dell’elettore, rispetto a come si svolge l’attività pubblica”.
“Tempi? Nel 2023. Le visioni ideologiche fanno un danno al Paese”
“I tempi per avere realmente un’autonomia differenziata portano al 2023, il prossimo anno. È un processo che va avanti ormai da troppi anni, le Regioni possono dare su alcune materie un servizio più efficiente ai cittadini. L’autonomia differenziata non è lotta di potere tra Stato e Regioni, ma bisogna domandarsi: ‘come lo esercito meglio questo servizio?’ E lo diamo a chi può svolgerlo meglio. Noi dobbiamo capire che siamo pubblici amministratori e il nostro scopo è quello di migliorare il servizio ai cittadini. Da questo ragioniamo in modo scevro, senza avere ideologie e capire chi può svolgere meglio quel servizio, se lo Stato centrale o la Regione. Non bisogna fossilizzarsi su posizioni ideologiche, perché faremmo un danno al Paese”.