La presentazione del volume “From 2014 to 2016, A new Italian “Exodus” to Australia?”, realizzato da Riccardo Armillei e Bruno Mascitelli, è stata un’utile occasione per riflettere sul tema della mobilità delle persone e delle sfide sociali, culturali e politiche che abbiamo davanti.
Il Comites del Victoria e della Tasmania ha realizzato uno studio importante sui nuovi flussi verso l’Australia partendo dal presupposto che l’analisi della mobilità debba tenere conto del contesto complessivo in cui gli arrivi dall’Italia oggi si pongono. La ricerca pone l’accento sul sistema dei visti australiano, sulla sua complessità, sulle problematiche complessive che ne derivano fino a proporre delle raccomandazioni.
Durante la presentazione al Museo Italiano di Carlton, un folto pubblico ha interagito con gli autori e con il Presidente del Comites Francesco Pascalis, il Console Generale Marco Cerbo e l’On. Marco Fedi.
Tra le raccomandazioni la necessità di una maggiore informazione e formazione, anche in inglese, per i nuovi arrivati e per chi si accinge a lasciare l’Italia, alcuni miglioramenti nelle condizioni richieste alla partenza, tra cui la dotazione economica minima, maggiori garanzie nella tutela dei lavoratori, soprattutto stagionali, e nell’accesso al difensore civico e altre forme di assistenza legale. Importante infine segnalare la richiesta di una maggiore attenzione istituzionale da parte dell’Italia al tema delle nuove migrazioni e di una maggiore disponibilità all’ascolto da parte delle autorità australiane.
“Le nuove migrazioni – commenta Fedi – rappresentano oggi una sfida di grande rilevanza per i nostri Paesi. La sfida sociale per le scelte di accoglienza, integrazione e tutela del lavoro che i nostri Paesi sono chiamati a fare, riconoscendo parità di diritti e di trattamento ai migranti ed alle loro famiglie. La sfida culturale per garantire che la risposta dai nostri Paesi sia giusta, improntata a quei valori di uguaglianza, pace, democrazia e giustizia sociale sui quali abbiamo costruito le nostre società. La sfida politica che governi e istituzioni democratiche dei nostri Paesi devono affrontare ogni giorno in un clima di paura e di instabilità sociale e culturale fomentato da gruppi e movimenti xenofobi che iniziano a trovare forza politica e rappresentanza parlamentare”.
“Per queste ragioni – prosegue il deputato – abbiamo il dovere di comprendere meglio le ragioni delle varie forme di mobilità. Non si tratta di creare nuove categorie o slogan. Non si tratta di “distinguere” la qualità dei cervelli in movimento, si tratta di inquadrare un fenomeno del nostro tempo, di definirne i contorni, di comprenderne le ragioni e di trovare soluzioni a specifiche richieste che possano migliorare la nuova presenza italiana nel mondo contribuendo a costruire solidi rapporti con l’Italia. Per queste ragioni, ritengo – conclude il deputato dem residente in Australia – che su questo tema la Commissione Affari esteri della Camera dovrebbe avviare una indagine conoscitiva”.
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