Marco Fedi, deputato Pd eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide della Circoscrizione estero, a colloquio con ItaliaChiamaItalia accusa il presidente dell’Inps di non essere stato chiaro: “Caro Boeri, faccia bene i compiti a casa. Ha riportato solo dati parziali. Non sta facendo un buon servizio al Paese”.
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha affermato: “Il nostro Paese opera un trasferimento verso altri” senza “avere un ritorno in consumi”. Le somme, infatti, sono erogate “dall’Italia invece che dal Paese in cui si risiede e si paga le tasse” e quindi “non c’è un quadro di reciprocità”. Lei On. Fedi Come commenta?
È una dichiarazione sbagliata! Se Boeri ha un obiettivo dovrebbe essere più chiaro, dichiararlo sia al Paese che al Parlamento. Noi paghiamo pensioni per chi ha maturato diritti, in conformità con le leggi italiane, e a chi ha raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia. Dunque, ovunque si trovi un pensionato italiano percepisce ciò che gli spetta di diritto.
Se l’Italia vuole porre un limite alla trasferibilità delle pensioni contributive il presidente dell’Inps dovrebbe dichiararlo subito. Inoltre i pagamenti delle pensioni sono regolate da rapporti di reciprocità, totalizzando i periodi di contribuzione. Boeri nel presentare questi dati non ha dato un quadro complessivo, ma parziale. L’Italia ha firmato delle convenzioni bilaterali assistenziali e deve rispettarle.
Dai numeri portati dall’Inps ai parlamentari, emerge che tra integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali si tratta di un importo di una ottantina di milioni, per poco meno di 40mila pensionati. I numeri sono reali? Come vanno contestualizzati?
Se Boeri si riferiva solo alle maggiorazioni sociali, che sono prevalentemente pagate in America meridionale dove c’è al momento una situazione di indigenza e di povertà estrema, ce lo dica e il Parlamento e l’opinione pubblica avrà almeno un quadro preciso di quello di cui stiamo parlando. Nel quadro che lui ci ha proposto ha messo in insieme le integrazioni al minimo e le maggiorazioni sociali, ma sono due cose diverse. Le integrazioni al minimo abbiamo il dovere di pagarle perché l’abbiamo scritte nelle convenzioni bilaterali. Allora la domanda sorge spontanea: Boeri e l’Inps vogliono forse ridiscutere tutte le convenzioni di sicurezza sociale che noi abbiamo firmato con gli altri paesi? Le vogliono rinegoziare? Sappiano che gli istituti di previdenza sociale degli altri Paesi capiranno il gioco che ci sta sotto e adotteranno misure analoghe. È un gioco a perdere! Se il suo problema sono solo i 23 milioni di euro lo dica e cercheremo una soluzione.
“Più di un terzo delle pensioni pagate a giugno 2017 hanno periodi di contribuzione in Italia inferiori a 3 anni, il 70% è inferiore ai 6 anni e l’83% è ai 10 anni”, quindi durate contributive “molto basse”. Un commento a riguardo?
Queste sono le convenzioni bilaterali che abbiamo scritto. Boeri gioca sui numeri, sparando una media tra le pensioni alte, maturate da coloro che hanno versato contributi da tanti anni e che decidono di andare all’estero perché si pagano meno tasse grazie alle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali. La gente è libera di muoversi nel mondo e di decidere dove andare a vivere. Cominciamo a ragionare di cose serie e concrete e non di polveroni mediatici.
“Nel 2017 con il provvedimento sulle quattordicesime si è ampliata in modo molto considerevole la platea tra i residenti all’estero”. A cosa crede sia dovuto realmente questo fenomeno? È davvero così rosea la vita di un italiano all’estero?
In paesi come Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera in cui c’è un alto tenore di vita e la valuta ha un certo valore la quattordicesima spetta quasi a nessuno. Se parliamo dei pensionati che percepiscono la quattordicesima e che si trasferiscono in paesi in cui si vive meglio, allora il problema è di un’altra natura. Bisogna guardare in maniera prospettica ai dati per capire quali sono le misure che possiamo adottare. La razionalità si perde quando si cerca di raggiungere un obiettivo in questo modo. Gli obiettivi si possono raggiungere insieme, senza esasperare i toni e senza avviare vere e proprie campagne mediatiche.
Perché Boeri dovrebbe tacere o distorcere certi dati? Crede ci sia una strategia politica dietro queste dichiarazioni?
Io spero di no. Credo che Boeri abbia un progetto: inserire nella legge di bilancio alcuni correttivi. Se è così spetta alla politica esaminare queste proposte, però i dati forniti devono essere completi. Dopodiché faremo tutti il nostro dovere.
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