“Come si ricorderà avevo dato notizia in un mio recente comunicato che l’Inps con la Circolare n. 100 del 16 giugno 2017 aveva deciso che ai fini del perfezionamento dell’anzianità contributiva minima (dei 30/36 anni) richiesta per l’accesso al beneficio si tiene conto di tutta la contribuzione versata o accreditata, a qualsiasi titolo, nella o nelle gestioni rientranti nell’ambito di applicazione della norma ma che il suddetto requisito contributivo non può essere perfezionato totalizzando i periodi assicurativi italiani con quelli esteri, maturati in Paesi UE, Svizzera, SEE o extracomunitari convenzionati con l’Italia”. Lo scrive in una nota Marco Fedi, deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia.
“Ora nella risposta ad una interrogazione presentata dal partito Democratico alla Camera dei deputati (5-12134), il Sottosegretario al Welfare, Luigi Bobba, ha aperto alla possibilità per i lavoratori che hanno versato i contributi all’estero di ricorrere alla totalizzazione per raggiungere i 30/36 anni chiesti per l’accesso all’Ape sociale a patto che risiedano in Italia (infatti l’Ape Social continuerà comunque a vedere escluso chi risiede fuori dal territorio italiano e verrà automaticamente revocata, a chi ne sia già beneficiario, in caso di cambio di residenza all’estero).
Il Sottosegretario, nella sua risposta, ha precisato che, al fine di evitare un aumento non quantificabile e non prevedibile dei costi dovuti all’ampliamento della platea dei destinatari, durante i lavori preparatori della citata circolare dell’Inps era emersa l’opportunità di adottare l’orientamento restrittivo solo in sede di prima applicazione; si era fatta salva la possibilità di assumere una posizione più aperta una volta superata la fase di prima applicazione della nuova normativa.
Praticamente – ha detto il Sottosegretario – al fine di favorire nella seconda fase di monitoraggio – che terminerà il 30 novembre 2017 – l’ingresso di potenziali beneficiari con contribuzione estera, l’INPS sta valutando la possibilità di consentire il perfezionamento del requisito contributivo minimo per l’accesso all’Ape sociale totalizzando i periodi assicurativi italiani con quelli esteri, maturati in Paesi dell’Unione europea, Svizzera, SEE o in paesi extracomunitari convenzionati con l’Italia”.
“Si tratta di decisione importante – sempre che la promessa verrà mantenuta – che potrebbe interessare molti nostri connazionali rientrati in Italia i quali potrebbero anticipare l’età pensionabile aderendo all’Ape Sociale ed utilizzando i contributi esteri ai fini del perfezionamento del requisito contributivo richiesto dalla legge (tra questi non ultimi i lavoratori transfrontalieri, i quali altrimenti – conclude l’On. Fedi – non potrebbero accedere all’anticipo pensionistico di cui all’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio per il 2017, pur possedendo l’anzianità contributiva minima richiesta, in quanto essa è stata in tutto o in parte maturata in Paesi diversi dall’Italia)”.
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