“Si intensifica l’azione del Fisco italiano per scovare all’estero gli evasori italiani. Abbiamo dato notizia pochi giorni fa della campagna di controlli sulle iscrizioni all’AIRE. Ora l’Italia ha stipulato con la Svizzera un nuovo accordo sullo scambio di informazioni (gli enti firmatari sono per l’Italia il Dipartimento delle Finanze del MEF e per la Svizzera l’Amministrazione Federale delle Contribuzioni) che rende operativa la previsione dell’articolo 27 della Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali (rinnovata recentemente) sullo scambio di informazioni. In pratica l’accordo, in vigore dal 2 marzo u.s., che definisce le modalità operative delle cosiddette “richieste di gruppo”, intende rappresentare un ulteriore importante elemento di collaborazione tra i due Paesi verso l’obiettivo di una maggiore trasparenza fiscale per conformare lo scambio di informazioni tra i due Paesi al più recente standard dell’OCSE”. Così Marco Fedi, deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia.
“Ma come funzionerà il nuovo accordo e quali sono i suoi obiettivi concreti? L’accordo, come ha illustrato in una sua nota l’Ufficio stampa del MEF, riguarda i “contribuenti recalcitranti”, cioè i clienti italiani a cui è stato richiesto dai propri istituti finanziari ma hanno rifiutato di fornire adeguate rassicurazioni sulla regolarità dei fondi depositati presso le istituzioni finanziarie svizzere interessate e che non hanno aderito alla “Voluntary disclosure”.
Le “richieste di gruppo” generano elenchi nominativi in risposta, che potranno dare origine ad ulteriori richieste di informazioni più dettagliate. In pratica, in base all’accordo, il fisco italiano può chiedere alle autorità elvetiche le seguenti informazioni sui contribuenti recalcitranti: generalità personali, numero di conti correnti in Svizzera, saldo dal 23 febbraio 2015 al 31 dicembre 2016. Non riguarda, invece coloro che hanno aderito alla “Voluntary disclosure” e allo scudo fiscale, o che hanno adeguatamente motivato la compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Questa iniziativa del Fisco italiano si incardina nell’evoluzione più recente e progressiva del quadro di cooperazione internazionale per la trasparenza fiscale. Infatti, giova ricordare che a partire dal prossimo settembre lo scambio automatico di informazioni fiscali consentirà all’Italia di ottenere continuativamente e tempestivamente informazioni su italiani con disponibilità finanziarie presso un sempre più ampio numero di Paesi, compresi i maggiori centri finanziari (tra i quali appunto la Svizzera)”.
Fedi conclude: “Vale la pena, infine, ricordare che in questo nuovo contesto, e con una presumibile radiografia di tutti i “taxpayer” oltreconfine, la recente riapertura dei termini della “Voluntary disclosure” sarà una importante opportunità da non perdere per i contribuenti italiani i quali intendono regolarizzare la propria posizione fiscale”. (www.marcofedi.it)
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