“Dopo venti anni di Ici, Tares, Tarsu, Imu, Tari e Tasi, il Governo Renzi ha annunciato nei giorni scorsi la volontà politica di eliminare i vecchi modelli tributari introducendo a partire dal 2016 la Local Tax che dovrebbe inglobare tutte le tasse locali sulla proprietà immobiliare, comprese forse le addizionali comunali. Come sanno a loro spese i nostri connazionali, le modifiche normative introdotte sulla fiscalità locale negli ultimi cinque anni sono state tali da rendere incerta la lettura di qualsiasi testo normativo di riferimento (tassazione terreni agricoli, beni strumentali all’attività agricola, immobili storici, immobili forze dell’ordine, immobili assimilati, immobili fantasma, immobili di enti non commerciali o di istituti religiosi, e soprattutto gli immobili dei residenti all’estero), causando confusioni applicative, discriminazioni e incertezze del diritto. Un nuovo testo unico sui tributi locali (di questo si parla) dovrebbe riepilogare tutte le normative di riferimento in materia di gestione, riscossione, accertamento e contenzioso della nuova local tax e dei tributi che continueranno ad essere applicati dai comuni nel progetto di riforma e semplificazione del sistema impositivo”. Lo scrivono in una nota Marco Fedi e Fabio Porta, deputati Pd eletti all’estero.
“È ovvio – proseguono – che il nuovo sistema di tassazione determinerà ripercussioni sulle imposte che gli italiani residenti all’estero sono tenuti a pagare al fisco italiano. Ad esempio è ipotizzabile che l’attuale normativa (appena introdotta) che prevede l’equiparazione ad abitazione principale dell’immobile posseduto in Italia da soggetti pensionati iscritti all’AIRE sia abrogata o comunque modificata. Lo stesso dicasi delle agevolazioni fiscali relative a Tasi e Tari. Insomma la riforma potrà da una parte rappresentare una positiva semplificazione dell’intricato attuale sistema di balzelli e una riduzione delle tasse con l’abolizione dell’imposta sull’abitazione principale (così come annunciato) per gli italiani residenti in Italia, dall’altra riporterà alla ribalta l’infinita controversia sulla definizione di “abitazione principale” e sulle eventuali agevolazioni che si vorranno, o non si vorranno, concedere agli italiani residenti all’estero proprietari di immobili in Italia”.
“Presto sapremo quali saranno i contenuti di questa piccola rivoluzione della fiscalità locale e presto sapremo in che modo questo Governo deciderà di considerare gli immobili (ma anche diritti e doveri) dei nostri connazionali.
Per quanto ci riguarda è ovvio che noi parlamentari eletti all’estero dovremo vigilare con molta attenzione affinché l’annunciata eliminazione dell’imposizione fiscale sull’abitazione principale non di lusso, possa essere prevista anche per i cittadini italiani iscritti all’AIRE, e che comunque l’eliminazione di tale tassa (la Tasi) non determini contestualmente l’eliminazione dell’esenzione dall’IMU a favore dei nostri connazionali pensionati e l’aumento delle aliquote sulle seconde case per recuperare il gettito perso”.
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