Viziate, assistite, dotate di ogni comfort, ma sostanzialmente prigioniere: e’ il destino di molte delle donne che affittano il loro utero a coppie ricche alla ricerca di un figlio in Cina. Un fenomeno, quello della maternita’ surrogata, che nella Repubblica popolare ha conosciuto un vero e proprio boom, con tanto di mercato nero, dove i protagonisti sono coppie ricche con problemi di fertilita’, donne povere, broker online, aziende e cliniche private. Come racconta il quotidiano New York Times, in Cina, come in molti Paesi, la maternita’ surrogata e’ vietata, ma i figli nati da utero in affitto sono sempre di piu’, almeno 10mila l’anno secondo le stime.
Ad influire non solo il fatto che le coppie ricche arrivino a cercare di concepire sempre piu’ tardi, ma anche la qualita’ di aria, suolo e acqua altamente inquinati, secondo alcuni ricercatori universitari. Molte coppie arrivano a questa scelta magari dopo aver perso un figlio o perche’ le donne temono di essere abbandonate dal marito se senza figli.
Un migliaio circa i broker online della maternita’, che agiscono in un mercato privo di regole mettendo in contatto coppie, donne e aziende. Le coppie che se lo possono permettere arrivano a spendere anche fino a 240mila dollari, e hanno la possibilita’ non solo di avere un figlio con il proprio dna, ma anche di poterne scegliere il sesso. A volte sono cliniche private cinesi ad eseguire l’operazione in Cina, somministrando le terapie ormonali alla madre surrogata, per evitare il rigetto, e impiantando poi l’embrione. Altre volte sono aziende con filiali in varie citta’, fanno ‘volare’ la coppia e la madre surrogata in Thailandia, dove la pratica e’ legale.
Una volta rientrati in Cina, la madre surrogata alloggia in un appartamento dove riceve assistenza a tempo pieno e, per evitare che tenga il bambino, viene allontanata dalla sua famiglia mentre riceve visite giornaliere da un consulente psicologico. Capita infatti che nelle strutture meno costose, le madri surrogate spariscano insieme al piccolo. Molte di queste donne vengono reclutate da amici e familiari, il piu’ delle volte sono cinesi, ma ve ne sono anche di straniere, come le vietnamite. I guadagni per loro sono sostanziosi, circa 24mila dollari, ma devono sostenere la maggior parte dei rischi e hanno poca protezione legale, senza contare i rischi dei trattamenti ormonali e i problemi psicologici di cui molte soffrono.
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