Piero Fassino, già sindaco di Torino, tra i fondatori del Partito Democratico, intervistato dal Foglio commenta l’attuale situazione politica italiana. Secondo l’esponente dem o centrodestra e 5stelle “superano le difficoltà e sono in grado di fare un governo – e noi saremo all’opposizione – oppure non sono grado di farlo, e allora, invece di trascinare questa situazione, logorando la credibilità del sistema politico istituzionale più di quanto non si sia già logorato, si apra uno scenario nuovo” in cui Il Pd non potrà che avere un ruolo “da protagonista. Non staremo a guardare” e “avanzeremo le nostre proposte. L’importante è uscire dalla paralisi”.
Per Fassino “sono molte le variabili che si potrebbero presentare, grazie alle quali il Pd potrebbe tornare in gioco: il governo del presidente, il governo tecnico, un governo di programma. Certo, chi sarà incaricato si consulterà e si farà un’idea”.
“All’indomani del 4 marzo abbiamo detto che chi ha avuto più voti ha il diritto e il dovere di proporre un governo. Ma se non ci riesce, cambia lo scenario, tutto cambia. La politica non è fatta di inamovibilità di posizioni. D’altronde, in Germania Spd e Merkel non si sono messi al tavolo subito dopo il voto, ma dopo che si è consumato il primo tentativo, quando è fallito il dialogo fra Cdu-Csu e i giallo-verdi”.
Certo è, e questo è un messaggio al leader M5S Luigi Di Maio, che “non si costruisce nulla con diktat e veti. Veto chiama veto. Il presidente della Repubblica nella sua saggezza conferirà un mandato e noi dialogheremo con quella persona”.