Stefano Fassina (deputato di Liberi e Uguali e consigliere comunale di Sinistra per Roma) è intervenuto su Radio Cusano Campus e riguardo le liste del PD di Renzi ha detto: “Non è stato solo un premio ai fedelissimi – ha affermato Fassina -. E’ il compimento di un progetto politico. Il progetto di un Pd che taglia tutti i legami con la sinistra e che si propone in modo compiuto come un partito centrista, in un contesto elettorale che è sostanzialmente proporzionale”.
“Quindi è una forza che potrà allearsi a destra o a sinistra, cercando di mantenere un ruolo centrale. E’ un progetto politico che Matteo Renzi ha portato avanti in maniera molto decisa, attraverso il Jobs Act, l’intervento sulla scuola, sull’ambiente, il tentativo di revisione della Costituzione. Quindi non mi sorprende, non a caso ho lasciato quel partito quasi 3 anni fa. Ero consapevole del processo in corso. Mi dispiace ovviamente per figure che sono state messe fuori gioco, a partire da Gianni Cuperlo, perché sono persone di prima qualità morale e politica, che non meritavano di essere escluse”.
Centrosinistra unito nel Lazio. “L’alleanza nel Lazio è maturata dopo che noi abbiamo ottenuto delle correzioni di rotta importanti da parte di Zingaretti – ha spiegato Fassina -. Innanzitutto il perimetro dell’alleanza che per noi non poteva includere personaggi di centrodestra e poi alcuni punti programmatici specifici, a partire dal rilancio della società pubblica, della rimessa in discussione dell’autostrada a pagamento Roma-Latina, al ciclo dei rifiuti e alle misure sul lavoro. Mi pare che Zingaretti tenda a prendere le distanze dal Pd, in queste settimane non abbiamo mai avuto l’onore di parlare ad esempio col segretario regionale del Pd del Lazio, si sono guardati bene di farsi avanti perché è chiaro che sarebbe diventato tutto più complicato. Quindi questa coalizione che nasce nel Lazio ha come unico obiettivo queste elezioni regionali”.
Su Roma. “E’ stato un anno molto difficile, dove la giunta Raggi non è riuscita ad avviare quegli interventi strutturali che i drammi di Roma necessiterebbero – ha affermato Fassina -. Su Atac c’è un grande punto interrogativo. Noi abbiamo insistito molto sulla necessità di avere Atac come azienda municipale al 100% quindi di riorganizzarla in modo radicale e di rilanciarla. Purtroppo c’è stata un’assoluta opacità in questi mesi sul piano industriale, finanziario e sul piano concordatario presentato in tribunale. Noi abbiamo potuto vederlo solo di sfuggita, sotto sorveglianza, nonostante Atac appartenga al Consiglio comunale quindi a tutti i cittadini romani, non alla giunta. Quindi siamo molto preoccupati perché Atac è troppo importante per la città e i lavoratori e non abbiamo le informazioni necessarie per valutare se la proposta presentata in tribunale sia credibile e fattibile”.