Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla posizione dei sindacati sul Green pass. “Capisco poco la posizione dei sindacati – ha affermato Fassina -. Se noi siamo tutti convinti che bisogna massimizzare le vaccinazioni, il Green pass obbligatorio è lo strumento meno invasivo per raggiungere l’obiettivo, perché consente dei margini di libertà a chi legittimamente ha una posizione diversa. Le organizzazioni sindacali da un lato dicono che vogliono il vaccino obbligatorio, dall’altro chiedono tamponi gratuiti, lo ritengo contraddittorio. Ovviamente è giusto che chi non può vaccinarsi possa fare il tampone gratuito, ma non vedo come si leda il diritto al lavoro nel momento in cui il vaccino è gratuito così come i tamponi per chi non può vaccinarsi”.
Sul potenziamento della sanità. “Si stanno facendo interventi nel corso di una pandemia, ovviamente i programmi previsti nel Pnrr devono ancora partire in termini operativi, ricevere i finanziamenti, però il potenziamento della sanità territoriale va avanti, tra tante difficoltà. L’assetto istituzionale per quanto mi riguarda andrebbe profondamente rivisto, a partire dal titolo v della Costituzione. Attribuire alle Regioni così tanti poteri organizzativi complica e differenzia in modo inaccettabile un intervento di potenziamento della sanità pubblica che è prioritario. Basta discutere di Green pass, trovo incredibile che si perda così tanto tempo su questo tema, vorrei dire ai miei compagni e alle mie compagne di sinistra che la nostra energia critica la dovremmo usare per fare in modo che i programmi del governo vengano attuati il prima possibile, affinchè vengano assunti medici e infermieri, affinchè vi sia la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini, lasciamo stare questa discussione sul Green pass che è diventata ormai insopportabile”.
Sulle morti sul lavoro. “C’è una sorta di rassegnazione che sconfina nell’indifferenza rispetto ai 3 morti al giorno sul lavoro e questo è inaccettabile. Il presidente di Confindustria continua a dire che in Italia c’è una cultura anti-impresa, quando in realtà c’è una cultura anti-lavoro, perché muoiono tre persone al giorno”.
Sulla Gkn. “Dovrebbe esserci questo famoso decreto contro le delocalizzazioni che era partito con obiettivi ambiziosi e via via è stato annacquato, ora gira tra Palazzo Chigi e la sede del Ministero del lavoro, dell’economia e il Mise. Tu puoi anche mettere qualche sanzione, ma se noi abbiamo un mercato interno europeo dove in Romania e in Bulgaria si pagano i lavoratori 300 euro al mese senza alcun diritto sindacale, che cosa vuoi bloccare le delocalizzazioni? Devi fare in modo che vi siano dei meccanismi di protezione. Sento chi vuole ulteriormente allargare il mercato dell’UE, immettiamo milioni di lavoratori a salari bassissimi e poi ci stupiamo se l’imprenditore delocalizza.