Luca Ferrari, ambasciatore italiano a Pechino, intervistato da Milano Finanza, sostiene che in Cina, ancora in quarantena, si aprono grandi opportunità per l’Italia: “Le limitazioni negli spostamenti dei consumatori cinesi li indurranno a concentrare i propri acquisti nella madrepatria, in totale controtendenza rispetto al passato, quando il turismo cinese nelle grandi capitali del mondo era una delle principali fonti di guadagno per i marchi del lusso e della moda, un’occasione che le nostre aziende del settore presenti in Cina, Hong Kong e Macao non possono lasciarsi sfuggire”.
“La Cina sarà con ogni probabilità il principale mercato di riferimento non Ue per la ripartenza delle nostre esportazioni. E non solo la Cina, ma prevedibilmente tutti i mercati dell’Asia sud-orientale”.
Inoltre, prosegue il diplomatico, “a inizio aprile sono stati firmati dei protocolli per l’esportazione di riso e carne bovina italiana grazie ai quali, dopo anni di complessi negoziati, per i nostri produttori si sono finalmente aperte le porte del mercato cinese” e “stiamo svolgendo un’intensa attività di comunicazione e coordinamento con Ice e Sace via webinar su temi economici e commerciali a cui hanno preso parte oltre mille aziende, a testimonianza dell’enorme attenzione nei confronti della Cina”.
Ferrari evidenzia che “oltre 1’80% degli italiani impegnati in Cina è rientrato” e “Fondazione Italia-Cina, Camere di Commercio, Business Forum Italia-Cina devono servire alle aziende per fare squadra e crescere nel mercato cinese, in sinergia con le istituzioni”.
L’Ambasciatore poi precisa che “da fine aprile la produzione industriale è quasi completamente ripartita, con un tasso di ripresa del lavoro delle grandi imprese che ha superato il 98%. Il 77% ha dichiarato di operare ad almeno l’80% della propria capacità normale” e “il governo ha varato stimoli di ogni tipo a sostegno dei settori produttivi e annunciato misure per sostenere investimenti e consumi, inclusi incentivi all’acquisto di autoveicoli. Nel complesso ha già iniettato quasi 350 miliardi di dollari nel sistema economico”.