La pandemia è giunta a ciel sereno cogliendo tutto il mondo impreparato, senza entrare in questa sede nelle situazioni complottistiche e diplomatiche che stanno mettendo a dura prova i rapporti fra gli Stati Uniti e la Cina. Rimane il fatto che la catastrofe economica è già in corso e i dibattiti politici stanno tendenzialmente slittando verso il contenimento delle perdite, attenuando (almeno mediaticamente) la giustificata preoccupazione per i numeri del contagio.
Mentre il tessuto economico di tutta Italia, costituito per oltre tre quarti da piccole e medie imprese, è in fermento per avere regole certe sulla ripartenza, la task force di esperti che lavora a stretto contatto con i Ministri si adopera per aggiornare di continuo sui possibili scenari di sviluppo della propagazione del virus con il palese obiettivo di indirizzare gli organi di governo sulle misure da adottare.
Allo scopo di redigere questi scenari probabilistici si deve per forza seguire un approccio multidisciplinare, per cui oltre alle questioni puramente sanitarie (come le modalità di contagio, i tempi di indagini e cura, il tasso di mortalità ecc…) rivestono un ruolo fondamentale gli Open Data. Abbiamo chiesto chiarimenti a Daniele Longo di REVIEWBOX per saperne di più dal punto di vista tecnologico.
Innanzitutto si deve partire dalla definizione di Open Data, mutuata dall’inglese, che indica tutti i “dati liberamente accessibili a chiunque” anche nel caso in cui sia previsto l’obbligo di rispettare una specifica licenza per la loro circolazione e uso. Ad esempio rientrano fra gli Open Data le statistiche pubblicate dagli organismi internazionali di settore (Eurostat, OCSE, OMS…), Enti pubblici (Istituto Superiore di Sanità, Regioni, Comuni…), ma anche – prosegue Daniele Longo – quelli elaborati dai principali motori di ricerca sul Web che permettono di farsi un’idea sugli interessi, le preferenze e le eventuali aspettative degli utenti sulla base dei contenuti fruiti.
Da una ricerca effettuata con l’ausilio di Google Trends su quello che hanno ricercato gli italiani con Google dal 27 aprile al 4 maggio, il periodo proprio precedente all’inizio della Fase 2, si vede che in termini più ricercati sono stati “congiunti” come si poteva ben immaginare dalla vaghezza interpretativa: le ricerche correlate infatti, sono state “congiunti affetti stabili, “faq palazzo chigi congiunti”, “fidanzati stabili” e ulteriori chiarimenti sui congiunti. La mobilità è stato l’altro tema molto gettonato in ogni forma (trasporto aereo, ferroviario e stradale): “Marino Bus”, “Ryanair” e “Trenitalia prenotazioni” sono state le parole chiave più ricercate. La Sicilia è stata la regione con maggiori ricerche per specifiche destinazioni (Voli Roma-Catania, voli Roma-Palermo, voli Milano-Catania).
Ovviamente grande picco per “Fase 2” e “Nuova autocertificazione” per un’audience distribuita su tutto il territorio nazionale, con l’interesse per gli orari di apertura di attività come i parrucchieri a cavallo fra Fase 1 e 2. Dimostrazione di come questi dati possono esprimere il sentiment generalizzato, come aveva già dimostrato ad inizio emergenza Coronavirus il fatto che Amuchina avesse battuto Ronaldo nelle ricerche di Google Italia alla fine del mese di febbraio.