di Luca Mirone – ANSA
L’Italia vuole giocare un ruolo da “protagonista” per affrontare le sfide globali in linea con i riferimenti ed i valori dell’Europa e dell’Alleanza Atlantica. Sono queste le due “stelle polari” che la politica estera è chiamata a seguire, ha sottolineato il ministro Antonio Tajani aprendo i lavori della quindicesima Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori, alla Farnesina. Una due giorni di confronto tra il governo e i responsabili delle sedi all’estero per capire come la diplomazia si “può attrezzare meglio per essere al servizio del Paese in un mondo che cambia”, ha spiegato il segretario generale del ministero degli Esteri Ettore Sequi.
“In uno scenario in cui le crisi assumono sempre più dimensione e portata globale, anche la nostra risposta, per essere efficace, non può che articolarsi a livello multilaterale”, e questa è la “vocazione dell’Italia, espressa dalla Costituzione”, ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio di saluto ai diplomatici. Il multilateralismo, per l’Italia, si declina per prima cosa in Europa, “che rappresenta il nostro futuro e la migliore opportunità per tutelare i nostri cittadini”, ha poi spiegato Tajani.
Citando come esempio il recente via libera al tetto del prezzo del gas, che “servirà a tutelare le nostre famiglie”. Un risultato raggiunto anche grazie ai nostri diplomatici, ha evidenziato il ministro. Solo in ottica di Europa, inoltre, sarà possibile risolvere un’altra partita chiave per l’Italia, quella migratoria, trovando soluzioni comuni per mettere in sicurezza i “due corridoi da cui arrivano decine di migliaia di persone”: quello mediterraneo e quello dei Balcani, una regione che “per noi è una priorità e una necessità”.
In sintesi, “l’Italia deve avere una presenza più forte in Europa” e per questo “abbiamo deciso di incrementare il numero di rappresentanti” a Bruxelles, ha spiegato il titolare della Farnesina. L’altra stella polare è l’Alleanza Atlantica, perché di fronte a sfide come la guerra in Ucraina “non possiamo rinunciare ad essere protagonisti nella lotta per difendere la libertà e democrazia”, ha aggiunto Tajani.
Proprio il conflitto ha fatto naturalmente da sfondo alla Conferenza. “La brutale e illegale invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha sconvolto l’asse della nostra realtà geografica”, ma allo stesso tempo ha dimostrato che l’Europa è stata capace di prendere “decisioni uniti su questioni su cui molti ci vedevano divisi”, ha sottolineato la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola.
Tajani, da parte sua, ha assicurato che l’Italia continuerà a sostenere anche militarmente Kiev, ed anche nella fase successiva della ricostruzione. Un impegno che finora ha pagato, perché in Ucraina “l’immagine dell’Italia è molto positiva”, ha confermato l’ambasciatore a Kiev Francesco Zazo. Nel frattempo, “la nostra diplomazia si muove in modo discreto ma autorevole” per contribuire ad un “cessate il fuoco, che faccia riprendere il filo della trattativa”, ha spiegato da parte sua l’ambasciatore a Mosca Giorgio Starace. Rilevando come in Russia ci sia “ancora “grande attenzione” nei confronti dell’Italia. Oltre alla guerra sono tanti altri i temi del confronto tra gli ambasciatori alla Farnesina, a cui partecipano quasi tutti i ministri dell’esecutivo, inclusa la premier Giorgia Meloni, attesa domani. Tra questi la promozione del Made in Italy.
“L’export è uno strumento per ridurre il debito pubblico, e tutto quello che possiamo fare per internazionalizzare le nostre imprese deve essere un elemento caratteristico della nostra politica estera”, ha spiegato Tajani. “L’export è il nostro petrolio”, gli ha fatto eco Sequi, sottolineando il ruolo chiave della rete delle ambasciate italiane.
In generale, Tajani ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei diplomatici che hanno “l’onere e l’onore di rappresentare l’Italia nel mondo”, ed ha annunciato che il governo è riuscito ad ottenere l’approvazione di due emendamenti per incrementare il numero dei dipendenti del ministero e dei contrattisti. “I diplomatici sono al servizio del Paese e sono pronti anche a dare la vita”, ha ricordato poi il ministro. Come nel caso di Luca Attanasio, ucciso in Congo a febbraio del 2021 con il carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci. A loro sono state dedicate una scala del Palazzo della Farnesina e una sala dell’Unità di crisi.