Bisogna rilanciare lo strumento della cooperazione, che oggi vuol dire anzitutto impegno per la pace, “il contrario della guerra, perché quando si lavora insieme difficilmente ci si spara”: così all’agenzia Dire la viceministra degli Esteri Marina Sereni sulla prospettiva della conferenza Coopera, in programma a Roma il 23 e 24 giugno.
Il contesto è anche quello del conflitto armato in corso in Ucraina da oltre cento giorni, che si è aggiunto ad altre crisi, dal Sahel fino all’Afghanistan. Sereni risponde a una domanda sulle cinque “p”, pace, persone, prosperità, pianeta e partnership, scelte come riferimenti per l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Partiamo dalla ‘p’ di pace” scandisce la viceministra: “Senza la pace non possiamo fare sviluppo e non possiamo occuparci di sostenibilità”.
L’intervista si tiene in Farnesina, a margine di una presentazione degli appuntamenti del 23 e 24 giugno, in programma all’Auditorium della conciliazione a Roma.
“La cooperazione è un po’ il contrario della guerra” riprende Sereni. “Quando si coopera, quando si lavora insieme e quando si collabora difficilmente ci si spara”. La viceministra continua: “Stiamo valorizzando il piu’ possibile la cooperazione, come strumento per ridurre il gap e le disuguaglianze e costruire risposte con i nostri partner, partendo dal presupposto che tutte le ‘p’ sono importanti, perché sono l’architrave dell’Agenda 2030”.