Il sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione internazionale Manlio Di Stefano ha presentato alla Farnesina, assieme al direttore generale per gli italiani all’estero Luigi Maria Vignali e al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia Francesco Basentini, il volume ‘Detenuti italiani all’estero – Guida pratica all’assistenza consolare”.
Il vademecum, sottolinea la Farnesina, è stato realizzato dalla direzione generale per gli italiani all’estero ed è rivolto agli oltre duemila cittadini italiani attualmente reclusi nelle carceri di altri Paesi e alle loro famiglie. La guida vuole essere uno strumento agile e di facile consultazione, in grado di offrire un sostegno concreto soprattutto ai congiunti di un connazionale detenuto all’estero, sulle varie forme di assistenza alla quale il loro familiare ha diritto, a prescindere dal reato commesso e dalla pena comminata.
I detenuti italiani all’estero “devono sapere che il ministero degli Esteri continuerà a insistere e a battersi per i loro diritti“. Lo ha affermato Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina, a margine della presentazione della Guida di orientamento per i detenuti italiani all’estero.
Vignali ricorda che nella gestione dei tanti detenuti italiani all’estero – sono circa 2100 in 63 Paesi del mondo – l’Italia “ha registrato dei successi importanti in passato, come il caso di Cristian Provvisionato in Mauritania, Carmine Sciaudone in Indonesia, Fabio e Filippo Galassi in Guinea equatoriale, tanti casi in Turchia e in altri paesi”. Ma ci sono “anche casi che attendono di essere risolti” come quelli, negli Stati Uniti, di Chico Forti e Giuseppe Lo Porto: “due connazionali che sono stati condannati e per i quali stiamo spingendo per ottenere la loro estradizione in Italia, se non addirittura una soluzione del caso giudiziario”.
Al momento ci sono “2.100 italiani detenuti in 63 Paesi del mondo, 1.600 o poco più si trovano in carceri dell’Unione europea, e quindi con condizioni più semplici, altri 500 al di fuori dell’Ue”. A destare maggiore preoccupazione sono proprio questi 500 detenuti italiani che si trovano spesso “in Paesi molto difficili da gestire e da trattare, Paesi con cui non abbiamo accordi di estradizione o collaborazione giudiziaria”.
La Guida pratica all’assistenza consolare ai detenuti italiani all’estero risponde “al bisogno di non sentirsi soli” dei nostri connazionali che si trovano in situazioni di difficoltà all’estero e recepisce “un importante invito rivolto a luglio dal parlamento”, quello di “mettere in condizione i familiari, i congiunti, gli amici dei detenuti di poter intervenire”.