Questa mattina, dopo essere caduto nel vano di un ascensore della Farnesina, è morto un operaio italiano di 39 anni. La tragedia è avvenuta nel corso di lavori di manutenzione all’interno del Ministero degli Esteri.
In base ad una prima ipotesi, l’operaio sarebbe salito sulla cabina e li’, per motivi ancora da accertare, potrebbe essersi verificata una anomalia nel funzionamento della modalita’ ”manutenzione”. La cabina dell’ascensore si sarebbe, quindi, messa in moto facendo cadere l’operaio che e’ morto sul colpo. Sul posto sono giunti i Vigili del fuoco e il 118, che non hanno potuto fare altro però che constatare il decesso
Sulla vicenda la procura di Roma ha avviato un procedimento coordinato dall’aggiunto Giovanni Conzo. Gli accertamenti sono affidati ai carabinieri.
“Due incidenti mortali in meno di ventiquattro ore. Due operai che hanno perso la vita cadendo, ieri da un ponteggio di un cantiere edile, stamattina nella tromba di un ascensore nel corso di un intervento di manutenzione. Ieri, in un palazzo dietro via Veneto. Oggi, nella sede del Ministero degli Esteri alla Farnesina. Stesso copione, stessa citta’. Una caduta dall’alto e la vita precipita nel buio. Mentre si lavora. A Roma. Per un’emergenza che ormai sembra sfuggita a ogni controllo”. Cosi’, in una nota, i segretari generali di Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale e Rieti e Uil Lazio Michele Azzola, Carlo Costantini e Alberto Civica.
“Questa mattina – continuano i segretari – abbiamo chiesto una convocazione urgente al Prefetto di Roma Matteo Piantedosi sulla salute e la sicurezza sul lavoro nella citta’ di Roma per riprendere e concludere il confronto gia’ in atto negli ultimi mesi. Non abbiamo piu’ parole per descrivere la nostra rabbia ma e’ netta e inequivocabile la convinzione che questa strage vada fermata con ogni mezzo e ogni strumento che abbiamo a disposizione. Nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che cade proprio oggi, si rende evidente come la cultura della sicurezza vada perseguita giorno dopo giorno, istante per istante, per ogni singolo lavoratore e lavoratrice”.