Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto oggi alla Farnesina gli Stati Stati Generali della Lingua e Creativita’ Italiane nel Mondo. Un appuntamento, organizzato ogni due anni dal Ministero degli Esteri, per fare il punto sulla diffusione della nostra lingua e definire nuove strategie per la sua valorizzazione, quest’anno con focus su “L’Italiano di domani”.
Cosa vuol dire “italianità?”: è il quesito lanciato dal capo dello Stato. “La lingua – ricorda Mattarella – e’ la prima ambasciatrice del saper essere e del saper fare dell’Italia. L’italiano e’ figlio della creatività” e “proietta all’estero un’immagine vincente” del Paese. “E’ il naturale pilastro della nostra identita’, ovunque ci troviamo”, soprattutto oggi, che il mondo appare ormai globalizzato.
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, racconta che “quest’anno, dall’interazione con il mondo delle imprese e delle professioni, e’ nata l’idea di allargare gli Stati Generali anche alla valorizzazione della creativita’ italiana e all’interazione con la dimensione della lingua. In questo cambio di prospettiva prende forma la promozione integrata del Paese, che mira a coniugare in una logica di sistema le eccellenze del Made in Italy in tutte le sue diverse espressioni: economia, cultura, scienza, tecnologia”.
La lingua italiana nel mondo gode di buona salute? Parlano i numeri: 2,06 milioni coloro che lo studiano in 113 Paesi, concentrati soprattutto nell’Unione Europea (41%), Americhe (21%) e Asia e Oceania (19%). In tutto sono 84 gli Istituti italiani di cultura, che da soli contano 65.850 studenti.
Dario Franceschini, ministro della Cultura, ricorda: “Viviamo nell’unico paese che ha tra i principi della Carta costituzionale la tutela del proprio patrimonio storico artistico. A questo dovere costituzionale, oggi si affianca la consapevolezza che investire in cultura e’ una grande scelta economica, per uno sviluppo sostenibile, adatto alle peculiarità italiane”.
Per Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, “coniugare cultura e impresa e’ un pilastro fondamentale della nostra strategia di promozione”; secondo Della Vedova “e’ necessario intensificare i partenariati gia’ esistenti tra la rete diplomatico-consolare, gli Istituti Italiani di Cultura e le imprese italiane all’estero”. Ma anche sfruttare “le grandi vetrine internazionali” a partire da Expo 2020, adottare “una strategia integrata articolata intorno alla multidimensionalita’ del Sistema Italia” e “incentivare il dialogo tra mondi delle istituzioni, della cultura, dell’innovazione e dell’economia”. Ci auguriamo che governo e istituzioni lavorino per questo.