Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, nel corso dell’audizione alla Commissione Esteri della Camera sul ddl Bilancio, ha sottolineato che il budget della Farnesina resta limitato, rispetto ad altri Paesi europei, nonostante punti a crescere nel 2021.
“Con uno stanziamento totale di 3,4 miliardi di euro per il 2021, il bilancio del ministero degli Esteri è ancora limitato, soprattutto rispetto ai principali partner europei”. Così il capo della diplomazia italiana, che ha continuato: “Stiamo parlando dello 0,32% del bilancio dello Stato, e 0,19% del Pil. Esso ha inoltre una struttura relativamente rigida, costituita per oltre il 50% da voci di spesa obbligatorie, contributi a organismi internazionali, quota di contribuzione al Fes e spese di personale in Italia e all’estero”.
Di Maio ha tuttavia definito la manovra di bilancio – di 39 miliardi di euro – come “fortemente espansiva”, ricordando che presenta stanziamenti per 4 miliardi nel settore sanitario, 5 miliardi per l’occupazione ed il lavoro, e con pilastri quali “la centralità della scuola” fra i suoi principali obiettivi.
“Ad implementare le politiche e a utilizzare gli strumenti sono però le persone, e il rafforzamento della capacità operativa della Farnesina e della sua rete all’estero appare quindi indispensabile”. Insomma, deve essere aumentato il numero degli impiegati di ruolo e dei contrattisti, proprio ciò su cui fin dall’inizio della legislatura lavora in particolare il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo. Per Di Maio, come vedremo, va aumentato anche il numero dei diplomatici.
“Già da due anni – ha ricordato il ministro – la Farnesina è impegnata ad invertire il trend di progressiva riduzione del personale dovuto al blocco del turnover che nell’ultimo decennio aveva portato a perdere oltre il 30% della aree funzionali con un progressivo innalzamento dell’età media a 56 anni e un conseguente impatto atteso sul tasso di pensionamento”.
Ancora rispetto al budget del MAECI: “I nostri principali partner mettono in campo numeri decisamente superiori. I ministeri degli Esteri di Francia e Germania possono contare per la propria azione nel mondo su un numero totale di personale quasi doppio rispetto all’Italia. Per il Regno Unito il numero è quadruplo. Per questo, continuare a potenziare le dotazioni di personale della Farnesina e della sua rete rimane una priorità assoluta, e mi riferisco a tutte le categorie di personale: dai diplomatici alle aree funzionali di ruolo”.
“Siamo pronti a lavorare col Parlamento in questa direzione. Nuove assunzioni e condizioni che non scoraggino i trasferimenti all’estero sono necessarie per potenziare il funzionamento della nostra rete nel mondo e assicurare lo svolgimento del carico sempre maggiore di funzioni che siamo chiamati a svolgere, tra l’altro in materia di sostegno alla imprese, promozione integrata, cooperazione allo sviluppo e assistenza degli italiani all’estero. Il personale della Farnesina è essenziale per fornire servizi ai 6,2 milioni di connazionali che risiedono all’estero”.
“Auspico quindi che con il contributo fondamentale del Parlamento il ddl Bilancio possa vedere un ulteriore potenziamento degli strumenti di politica estera al servizio del nostro Paese”.
Le risorse destinate nel bilancio della Farnesina alla cooperazione internazionale “ammontano complessivamente per il 2021 a 1 miliardo e 90 milioni di euro, comprese anche le spese di personale e funzionamento”. “Abbiamo anche quest’anno confermato 520 milioni di euro per l’attuazione delle politiche di cooperazione mediante l’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo. Diminuiscono invece da 600 a 505 milioni gli stanziamenti destinati al Fondo europeo di sviluppo (Fes) dell’Ue, che è in via di esaurimento data l’istituzione di un nuovo strumento unico nel bilancio dell’Ue per lo sviluppo, il vicinato e la cooperazione internazionale”.
Dunque per il 2021 ci sarà un incremento netto del 14,5% delle risorse per la Farnesina, dovuto agli strumenti per la promozione e il sostegno del Made in Italy all’estero. “La legge di bilancio – ha sottolineato – prevede un rifinanziamento del fondo 394 per i finanziamenti a tasso agevolato delle imprese italiane che operano sui mercati esteri, è previsto più di un miliardo per il 2021, e 140 milioni per ciascuno dei due anni successivi a cui si aggiunge una componente a fondo perduto”.
Di Maio ha sottolineato come il fondo si sia rivelato una “leva strategica per la ripresa”, con il 95% delle imprese che lo ha usato per la prima volta. C’è stato “un boom di richieste” con 13mila domande dal primo gennaio al primo ottobre, il 98% Pmi, rispetto alle mille richieste del 2019. “Per la prima volta dall’inizio della pandemia l’export nel mese di settembre ha registrato un incremento rispetto allo stesso mese nel 2019”.
A proposito di Coronavirus: “L’indagine sull’origine del virus è una delle priorità che dobbiamo portare avanti nei prossimi mesi, appena usciremo da questa seconda e ultima ondata, speriamo”.
“Noi – ha spiegato – sin dal primo momento, sia in sede di Nazioni Unite sia in sede europea, abbiamo promosso l’iniziativa a livello di Nazioni Unite per accertare la verità sull’origine del virus e sui comportamenti in generale di alcuni paesi rispetto al virus, e lo continueremo a fare”. “Ci siamo detti all’inizio della pandemia che avremo affrontato questo tema con tutti i paesi europei a livello internazionale in sede di Nazioni Unite, questo è stato sostenuto sin dal primo momento dall’Italia e cercheremo di ottenerlo il primo possibile”, ha concluso il titolare della Farnesina.