Oltre l’8% delle famiglie italiane presenta almeno uno tra i tipici ‘sintomi’ di sovra-indebitamento rintracciati da uno studio condotto da economisti della Banca d’Italia: il peso dei pagamenti sul reddito, la discesa sotto la soglia di poverta’, il fardello per il rimborso di prestiti non garantiti, gli arretrati e il numero totale di indebitamenti aperti allo stesso momento. Un set di cinque campanelli di allarme e almeno uno suona per l’8,2% dei nuclei, ma solo per lo 0,6% delle famiglie la febbre puo’ dirsi alta, con tre sintomi da debito eccessivo che si presentano simultaneamente. E la stessa percentuale si ritrova nell’ultimo Rapporto di via Nazionale sulla stabilita’ finanziaria, quando si parla delle famiglie che effettivamente non riescono piu’ a rispettare gli impegni di debito. Lo scopo dell’occasional paper e’ l’esame critico delle principali misure di sovra-indebitamento, i loro legami con gli indicatori di poverta’, il tutto applicato al caso italiano, prendendo a riferimento l’indagine 2010 della Banca d’Italia.
Per individuare le aree di ‘stress’ i due economisti, Giovanni D’Alessio e Stefano Iezzi, si rifanno alle seguenti situazioni limite: quando la spesa mensile per ripagare il totale dei prestiti copre piu’ del 30% del reddito lordo mensile; i casi in cui allo stato di poverta’ si associa quello di indebitamento o le uscite per il rimborso del prestito complessivo conducono al di sotto della soglia di poverta’; quando oltre il 25% delle entrate mensili lorde viene destinato a ripagare debiti non garantiti; qualora gli arretrati di somme dovute superino i tre mesi; nella situazione in cui sono stati accumulati oltre quattro prestiti.
Ora se oltre l’8% delle famiglie annovera almeno uno dei segnali di indebitamento, la quota scende al 2% considerando solo quelle che ricadono almeno in due dei campi individuati; mentre solo lo 0,6% risulta sovra-indebitata secondo tre delle aree di rischio. Una percentuale che coincide con quella contenuta nel rapporto sulla stabilita’ finanziaria, uscito a novembre, nel quale si legge come ‘le famiglie che non riescono piu’ ad adempiere in maniera definitiva le obbligazioni connesse con il proprio debito e che presentano un perdurante squilibrio fra debiti e patrimonio liquidabile’ siano lo 0,6% del totale.
Insomma, tornando al paper, emerge una limitata sovrapposizione tra i ‘sintomi’ del sovra-indebitamento. Inoltre chi presenta livelli eccessivi di somme da restituire spesso non esprime un giudizio soggettivo di disagio economico. Analizzando nel dettaglio le aree critiche, il 3,1% dei nuclei spende piu’ del 30% delle sue entrate per ripagare i debiti, il 6,2% associa allo stato di poverta’ quello di indebitamento, mentre il 29,8% dichiara di incontrare ‘difficolta’ o ‘grande difficolta’ ad arrivare a fine mese.
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