"La famiglia e’ in crisi. Una crisi innanzitutto di identita’: la famiglia tradizionale rischia di diventare un’eccezione, non piu’ la regola. Oggi le famiglie di fanno e si disfano, le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie, ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono la stessa cosa. Dobbiamo sforzarci di distinguere la parte riconducibile a un sistema di valori tradizionali e una visione aperta in cui tutti chiedono diritti". Nel mezzo di un convegno sulla famiglia, intervenendo subito dopo l’ipercattolico leader del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti, il ministro Elsa Fornero e’ andata dritta al cuore del problema: ma di che famiglia stiamo parlando?
Si e’ quasi scusata, Elsa Fornero, di irrompere in modo cosi’ diretto nel dibattito: "Io sono anche ministro per le pari opportunita’" ha detto, precisando poi di non volersi schierare: "non mi pronuncio a favore di una cosa o dell’altra, ma esiste un problema di identita’ familiare e non possiamo far finta di niente. Abbiamo il dovere di riflettere". Parole semplici, ma che sono destinate a suscitare clamore. E infatti l’esponente del Pdl Eugenia Roccella passa all’attacco: "mi dispiacerebbe pensare che il ministro Fornero che non ha mai cercato facili consensi sulle riforme per il lavoro, ne cerchi invece sul fronte della famiglia e del riconoscimento pubblico delle unioni di fatto". Secondo Roccella in Italia la famiglia tradizionale tiene, i figli nascono nel matrimonio e non ci sono poi cosi’ tante madri single come altrove. Soddisfatti delle parole del ministro invece i Radicali e la deputata del Pd Paola Concia, che sottolinea come "le parole del ministro sono semplicemente frutto di un’analisi onesta della realta’ italiana". "Non c’e’ nulla di sconvolgente nelle sue parole – aggiunge Concia – semmai una presa d’atto che in un paese civile tutte le famiglie devono avere le stesse opportunità". Plaude anche Fabrizio Marrazzo del Gay Center, che chiede ora al Governo "un avanzamento di proposte".
Il convegno sulla famiglia e’ stato organizzato dal Dipartimento per le politiche familiari, che fa capo al ministro Andrea Riccardi, per presentare il nuovo Rapporto biennale dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Uno studio che fotografa lo stato di malessere delle famiglie in Italia, e Riccardi per primo lo ha sottolineato: "In Italia pratichiamo la sussidiarietà, ma alla rovescia, cio‚ un welfare al contrario – ha detto – sono le famiglie infatti a sostituirsi a un welfare carente o inesistente". La famiglia, ha aggiunto Riccardi, è "il maggior ammortizzatore sociale possibile. Non dico che sia improprio, ma ci chiediamo: non le stiamo chiedendo troppo?".
Sulla famiglia infatti, secondo il ministro, si scarica dunque tutto il peso della crisi della società. "L’assenza di reti lascia la famiglia ancora piú sola, e in Italia – ha sottolineato – siamo indietro per il sostegno ai nuclei familiari rispetto agli altri paesi europei. Ma è un tempo in cui si puó ancora agire. Serve una alleanza della famiglia, dobbiamo rafforzare le reti".
Un richiamo alle istituzioni ad "alleggerire il peso che grava sulle famiglie" che ormai rientrano nel "comodo stereotipo" dell’ammortizzatore sociale e’ giunto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha ospitato il convegno. Fini ha chiesto "innovazioni incisive e concrete nel campo delle politiche familiari, innovazioni che restituiscano coerenza e continuità all’azione pubblica in questo fondamentale ambito della nostra società". Di famiglia "stressata" ha invece parlato il ministro per la coesione sociale, Fabrizio Barca, che altrettanto laicamente di Fornero ha esortato a "porre attenzione a tutte le forme di svantaggio delle vecchie e nuove forme di convivenza".
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