Mentre le peripezie sessuali di Don Contin continuerebbero a condirsi di dettagli sempre più scabrosi, aumentano le donne che confessano di aver avuto una relazione affettiva e sessuale con un sacerdote. Dopo il caso di Claudia, nella settimana scorsa, ancora ai microfoni di Radio Cusano Campus, contattata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG, arriva la testimonianza di un’altra donna. Che si è talmente innamorata del suo prete da arrivare a scrivere al Papa per chiedere l’abolizione dell’obbligo di celibato per i sacerdoti.
Elisa, il nome è di fantasia, racconta: “Ho firmato una lettera per chiedere al Vaticano la revoca del celibato per i sacerdoti. La mia storia con un prete nasce una decina di anni fa, io facevo la catechista in parrocchia ed è arrivato un nuovo sacerdote, con cui avevo tante cose in comune, è iniziata subito una simpatia. Lui ha iniziato a cercarmi sempre più spesso, mi telefonava, mi chiedeva opinioni su cose inerenti alla parrocchia, abbiamo iniziato a preparare i ragazzi per l’oratorio, li portavamo fuori la sera, al cinema, al bowling, in giro, una sera, dopo che abbiamo riaccompagnato i ragazzi a casa, ho accompagnato lui in parrocchia e lui prima di salutarmi mi ha baciato. Non avevo mai pensato a un rapporto tra di noi, sono rimasta sorpresa. Tre giorni dopo l’ho rivisto, sono andata a trovarlo in parrocchia e come sono entrata lui mi ha baciato di nuovo. Era estate, abbiamo iniziato a frequentarci per un paio di mesi, è nata una vera e propria relazione. Abbiamo iniziato a uscire insieme di nascosto, passavamo tutto il nostro tempo libero insieme. Uscivamo dalle 23.00 in poi, quando gli altri dormivano noi stavamo insieme. Lui mi dava tante attenzioni, mi mandava messaggi, bigliettini, mi ha fatto sentire donna, mi sono lasciata completamente andare. Dal primo bacio al primo rapporto sessuale è passato un mese”.
Poi, per Katia e il suo sacerdote, sono iniziati i problemi: “L’estate è andata alla grande, i problemi sono iniziati a settembre, finite le vacanze. Sono rientrati gli altri parroci e lui ha iniziato a sentirsi in colpa. Un giorno mi diceva che non dovevamo vederci più, il giorno dopo mi diceva che non poteva stare lontano da me. Poi è stato scoperto da un suo superiore, da un sacerdote di grado più alto. Ho tentato di difenderlo, anche perché il paese iniziava a mormorare, ma il sacerdote lo ha detto a Roma e il Vaticano lo ha subito convocato. A Roma gli hanno fatto il lavaggio del cervello, lo vedevo proprio cambiato, se stavamo un giorno o due giorni senza sentirci mi diceva che era finita, poi bastava rivedersi e iniziava a dirmi che ci saremmo dovuti sentire di nascosto. Alla fine il Vaticano ha deciso di trasferirlo e di mandarlo in Brasile. Ci siamo visti prima che lui partisse, si è messo a piangere, mi ha detto che comunque era innamorato di me e che siccome lui era molto sotto controllo avremmo dovuto scriverci utilizzando dei nomi falsi. Io lo chiamavo Elisir, lui mi chiamava Elisa. Ci mandavamo delle e-mail in codice, in cui le lettere maiuscole contenute nelle e-mail andavamo a comporre il vero messaggio. Ci scrivevamo cose tipo TI AMO, MI MANCHI, cose molto semplice, perché diventa difficile sentirsi in questa maniera. Più di quaranta donne hanno scritto al Vaticano per chiedere l’eliminazione della regola del celibato. Io sono tra loro. Non siamo mai state prese in considerazione. Non capisco perché ci sia tanto accanimento sul celibato, visto che nella Chiesa ci sono ben altri problemi”.
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