Mark Zuckerberg alla prova degli azionisti. Una ‘prima’ non facile per l’amministratore delegato di Facebook: i titoli del social network sono il 40% al di sotto del prezzo fissato nell’ipo di un anno fa. L’andamento in Borsa ‘ha deluso’ ma – rassicura Zuckerberg aprendo l’assemblea degli azionisti – la ‘road map’ non cambia: ‘Ci aspettavamo fluttuazioni’. E forte del fatto che Facebook e’ l’app piu’ popolare sugli smartphone negli Stati Uniti, aggiunge: l’andamento in Borsa ‘non mi ha fatto ritenere che la strategia fosse sbagliata’. Zuckerberg cerca di spazzare via anche i timori sulla privacy dopo le rivelazioni sull’accesso del governo ai server dei maggiori colossi internet: quando Facebook si trova di fronte a richieste di dati – precisa Zuckerberg – replica offrendo il minimo di informazioni possibili. ‘Non lavoriamo direttamente con il governo su questi programmi’.
Gli investitori ascoltano ma poi investono Zuckerberg con un fuoco di fila di domande e chiedono dettagli sulla strategia della societa’ per creare valore. L’amministratore delegato difende le scelte e chiarisce, respingendo di fatto le critiche che gli sono state piu’ volte mosse, di essere interessato anche alla parte economica dell’azienda, come dimostrato dal fatto di rivedere tutti i prodotti, inclusi quelli pubblicitari, ed essere impegnato costruttivamente in idee che possono aumentare il valore della societa’. Facebook – secondo indiscrezioni – ha cercato nelle ultime settimane di acquistare Waze, l’app israeliana di mappe, che le avrebbe consentito di rafforzarsi sugli smartphone. Ad aggiudicarsela e’ stata invece Google per una cifra non diffusa ma che si aggirerebbe sugli 1,1 miliardi di dollari.
Zuckerberg ascolta le ‘lamentele’ degli azionisti, alcuni dei quali definiscono il titolo un ‘disastro’. Altri raccontano il proprio caso personale e spiegano perche’ hanno investito nella societa’. Le rassicurazioni dell’amministratore delegato non sembrano bastare a far fronte alla delusione. Il chief financial officer di Facebook, David Ebersman, l’ideatore dell’ipo e una delle figure piu’ criticate per il flop, risponde di non sapere cosa portera’ il futuro per la societa’ ma che il management team e’ impegnato a renderla una ‘societa’ di valore’. Incalzato da un’azionista che gli chiedeva se ci sarebbe voluti altri due anni per vedere dati concreti risponde: ‘Mi piacerebbe avere la palla di vetro’.
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