In un lungo articolo pubblicato sul mensile “Polizia Moderna”, si parla di internet e dei social network più diffusi, e del faticoso e costante lavoro messo in atto dalla Polizia Postale per cercare di contrastare fenomeni come quello della sostituzione di persona, furto di identità, utilizzo delle generalità di professionisti o personaggi famosi a scopo di frode o per riuscire ad avere contatti con un grande numero di persone. Sono proprio questi i reati più diffusi su Facebook. Ma i controllori del web stanno anche attenti a scovare siti inneggianti all’odio razziale, alla violenza; e poi c’è il fenomeno della pedofilia online che si continua a combattere con forza.
Diego Buso, dirigente della Divisione II del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, spiega che Facebook ha delle regole ben precise, anche se poco conosciute: "C’e’ un lavoro di monitoraggio da parte nostra certo, ma quello costante lo fanno gli stessi utenti. Qualsiasi cosa che venga percepita come fuori dalla normalita’ o offensiva o che potrebbe costituire un reato, viene segnalata e dirottata quasi sistematicamente agli uffici della Postale su tutto il territorio nazionale. Quando questo succede ovviamente, a seconda del tipo di allarme che destano e a seconda del tipo di reato, ci si muove per far arrivare questa segnalazione ai gestori del social network che stanno a Palo Alto, in California. E se c’e’ una situazione offensiva gli operatori di Facebook provvedono a rimuovere il gruppo a cui fa capo o i contenuti non appropriati".
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